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  • Giovedì 16 settembre 2021

Un tweet sui vaccini di Nicki Minaj è arrivato fino al ministro della Salute di Trinidad e Tobago e a Boris Johnson

Terrence Deyalsingh, ministro della Salute dell’arcipelago caraibico di Trinidad e Tobago, ha dovuto smentire in una conferenza stampa una bufala virale sul vaccino contro il coronavirus messa in giro dalla cantante americana Nicki Minaj. Tre giorni fa, in un tweet che nel frattempo ha ricevuto circa 100mila retweet (buona parte sarcastici), Minaj aveva scritto: «Mio cugino a Trinidad non si vaccina perché un suo amico se l’è fatto ed è diventato impotente. I suoi testicoli si sono gonfiati. Questo suo amico si doveva sposare poche settimane dopo, ora la ragazza ha cancellato il matrimonio. Quindi pregate per lui e assicuratevi di essere a vostro agio con la vostra decisione, non bullizzati».

Minaj ha poi fatto molti altri tweet dicendo di non essere contraria ai vaccini, aggiungendo che probabilmente si vaccinerà anche lei perché andrà in tour. Il tweet comunque è finito un po’ ovunque sulle tv americane, è diventato un meme, e mercoledì Deyalsingh ha dovuto smentire: «Una delle ragioni per cui non abbiamo risposto subito è che dovevamo controllare e assicurarci che fosse falso. Lo abbiamo fatto, e sfortunatamente abbiamo perso un bel po’ di tempo per verificare. (…) Prendiamo sul serio queste segnalazioni, che siano sui social media o sui media tradizionali. Per quanto ne sappiamo, non sono stati assolutamente segnalati effetti collaterali come rigonfiamenti di testicoli a Trinidad. E non ci risultano nemmeno nel resto del mondo».

Anche l’immunologo americano Anthony Fauci, rispondendo a una domanda sul tweet di Minaj durante un’intervista a CNN, ha risposto che «non ci sono prove che avvenga, e non c’è nessuna ragione meccanica per immaginare che possa succedere».

La storia dei testicoli gonfi dell’amico del cugino di Minaj è arrivata perfino a una conferenza stampa del primo ministro britannico Boris Johnson, che ha detto che non sa benissimo chi sia la cantante, ma che sui vaccini preferisce avere informazioni da Nikki Kanani, una dirigente del sistema sanitario britannico.