Questa nave che vola non vola

Questa nave che vola non vola

Durante una passeggiata nei pressi di Falmouth, nel sud dell’Inghilterra, un uomo ha fotografato una nave mercantile che sembrava essere sospesa sopra le acque del mare. Era ovviamente un’illusione ottica, dovuta a un falso orizzonte, creato dalla nebbia o dalla foschia sopra il mare – un fenomeno diverso da quello dei miraggi delle oasi nei deserti, che vengono avvistate lontano da dove si trovano in realtà.
Avvistamenti del genere si ripetono periodicamente, e già in passato erano stati ampiamente spiegati.

(David Morris)

Altre illusioni ottiche simili sono causate invece da un fenomeno meteorologico chiamato inversione di temperatura, che si verifica quando una corrente di aria fredda si trova più vicina al suolo – in questo caso all’acqua – mentre l’aria sopra di essa è più calda. Dal momento che l’aria fredda è più densa dell’aria calda, ha un maggiore indice di rifrazione, e questo influisce sulla percezione visiva degli oggetti da parte del cervello umano. Attraverso il miraggio superiore, gli oggetti sembrano “galleggiare” sopra la loro posizione reale, ma è anche possibile riuscire a vedere un oggetto capovolto, oppure oggetti che si trovano al di là della linea dell’orizzonte.

Quando uno strato di aria fresca sta sopra uno strato di aria calda si parla invece di miraggio inferiore: è l’illusione ottica che in estate ci porta a vedere in lontananza “pozze d’acqua” lungo le strade d’asfalto molto caldo.

Per la prima volta Starship è atterrata intera, ma poi è esplosa

Per la prima volta Starship è atterrata intera, ma poi è esplosa

Nel pomeriggio di mercoledì 3 marzo (in Italia era notte), la compagnia spaziale statunitense SpaceX è riuscita a fare atterrare intera “Starship”, la sua nuova astronave che un giorno dovrebbe consentire di raggiungere la Luna e molto più ambiziosamente Marte.

Il prototipo SN10, alto come un palazzo di 16 piani e che ricorda un grande silo per i cereali, ha raggiunto un’altitudine di 10mila metri, spinto dai suoi tre motori Raptor alimentati a metano. Li ha poi spenti e ha eseguito una manovra per raggiungere una posizione orizzontale, in modo da rallentare nella propria fase di rientro verso la base di lancio di Boca Chica, nel Texas meridionale.

Poco prima di raggiungere il suolo, SN10 ha riacceso i motori ricevendo la spinta necessaria per riacquistare una posizione verticale e per rallentare ulteriormente, man mano che si avvicinava al punto di atterraggio. Il prototipo si è infine posato sulla piattaforma di arrivo, ma dopo un quarto d’ora circa è esploso distruggendosi completamente.

Anche i due test precedenti erano finiti con un’esplosione, ma ancora prima che i prototipi di Starship fossero stabili sulla piattaforma. Il test di ieri, come i due precedenti, sono stati condotti senza equipaggio a bordo e nessuno nella zona di Boca Chica si è fatto male.

SpaceX ha definito un successo il proprio test, ricordando che i lanci di questi prototipi servono a raccogliere molte informazioni sul comportamento di Starship e dei suoi numerosi componenti, a partire dai tre motori. L’astronave è del resto in una fase iniziale di sviluppo ed è normale che i lanci abbiano esiti piuttosto incerti. Il fatto che SN10 sia riuscita a raggiungere intera la base di Boca Chica è comunque un buon segno e conferma i progressi delle ultime settimane, resi possibili da ciò che i tecnici avevano osservato nei prototipi precedenti.

Il progetto di Starship è portato avanti da SpaceX da circa 8 anni, ma i test con i primi prototipi erano iniziati solo nella primavera dello scorso anno. Nella sua versione finale, l’astronave dovrebbe essere una delle più grandi mai realizzate nella storia delle esplorazioni spaziali, con un’altezza di 50 metri e un diametro di 9 metri.

I piani prevedono che Starship abbia la capacità di spostarsi in autonomia nello Spazio grazie a sei grandi motori a metano, che potranno essere utilizzati per compiere atterraggi verticali non solo sulla Terra, al rientro dalle missioni, ma anche su altri corpi celesti, come la Luna e in un futuro ancora non ben definito Marte. L’astronave partirà dal nostro pianeta facendo affidamento su un gigantesco razzo di 72 metri chiamato Super Heavy, ancora nella sua fase di sviluppo da parte di SpaceX.

La grossa crepa da cui si è formato un iceberg grande quanto Roma

La grossa crepa da cui si è formato un iceberg grande quanto Roma

Il British Antarctic Survey, l’ente di ricerca britannico che si occupa delle missioni in Antartide, ha detto che il 26 febbraio si è staccato un grosso iceberg dalla piattaforma di Brunt, nel mare di Weddell, la zona dell’oceano Antartico più vicina all’Argentina. I ghiacci della piattaforma sono spessi circa 150 metri e l’iceberg che si è staccato dopo la rottura provocata da alcune crepe ha un’estensione di 1.270 chilometri quadrati, poco meno della superficie di Roma. La vista dall’alto della grossa crepa che ha portato alla creazione dell’iceberg è piuttosto spettacolare.

Gli scienziati avevano notato la formazione di alcune crepe nella piattaforma già una decina di anni fa, tanto che nel 2017 la British Antarctic Survey aveva spostato di 23 chilometri la sua stazione di ricerca Halley VI. A gennaio, una di queste crepe si è allargata con un ritmo di fino a un chilometro al giorno, provocando infine il distacco dell’iceberg il 26 febbraio. Gli scienziati della BAS hanno sottolineato che la creazione di grossi iceberg è un processo naturale e che non ci sono prove che il distaccarsi di questo pezzo di ghiaccio vasto quanto Roma sia da imputare al cambiamento climatico.

Il nuovo iceberg è molto grosso, come detto, ma molto meno rispetto a quello staccatosi nel 2017 dalla piattaforma di ghiaccio Larsen, lungo la costa orientale della penisola Antartica, a nord rispetto alla piattaforma di Brunt: al momento del distacco misurava circa cinquemila chilometri quadrati, una superficie paragonabile a quella della Liguria.

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