La mappa del mondo in base ai domini internet di ogni stato

La mappa del mondo in base ai domini internet di ogni stato

Nominet, una società britannica che si occupa di registrare domini web, ha pubblicato una mappa del mondo in cui la grandezza degli stati è determinata dal numero di domini legati a quel paese (quello che per l’Italia è .it, per capirci). Un caso particolare è quello del dominio .tk, il dominio di Tokelau, un territorio della Nuova Zelanda che ha 1.400 abitanti e 30 milioni di domini (nell’immagine è l’immensa isola a destra). The Next Web spiega che la sproporzione è dovuta a una società che dal 2000 permette di avere il dominio .tk gratuitamente (per gli altri serve invece pagare qualcosa ogni anno). Non se la cavano male nemmeno Gran Bretagna, Paesi Bassi e Germania. Anche l’Italia è più grande di quanto sarebbe in una mappa “normale”.

Pare che ci sia una strana pubblicità a Torino

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I robot di Google che si aiutano a vicenda per imparare da soli

I robot di Google che si aiutano a vicenda per imparare da soli

Da tempo i ricercatori di Google sono al lavoro per migliorare i sistemi di intelligenza artificiale e di recente hanno ottenuto risultati molto incoraggianti, con un computer che ha battuto il campione mondiale del complicatissimo gioco da tavolo cinese Go. Come spiega uno dei principali responsabili della ricerca presso Google, Sergey Levine, in un recente esperimento 14 bracci robotici sono stati collegati tra loro e a un sistema informatico che imita il modo in cui si organizzano i neuroni. Sulla base delle loro esperienze, i robot hanno imparato a raccogliere nel modo migliore piccoli oggetti come una tazza o del nastro adesivo.

Intorno alla fine del primo anno di vita, la maggior parte dei bambini ha imparato come si raggiungono e tengono in mano gli oggetti a seconda delle loro caratteristiche, ma per un computer è più difficile, soprattutto se non è stato programmato prima per imparare a riconoscere e gestire ciò che ha davanti. I ricercatori volevano capire se fosse possibile istruire i robot in modo da fargli raccogliere oggetti che non avevano mai visto prima. Con oltre 800mila prese eseguite, i cui dati sono stati analizzati dal software che imita i neuroni, i robot hanno imparato da soli a raccogliere le cose, senza che fosse necessario programmarli.

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