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  • Venerdì 21 novembre 2025

La mail in cui il segretario generale del Garante della privacy chiede di violare la privacy dei dipendenti del Garante

E la notevole risposta negativa che ha poi portato alle sue dimissioni

Le ragioni delle dimissioni del segretario generale del Garante della privacy, Angelo Fanizza, non sono state rese note ufficialmente, ma hanno a che fare con la richiesta di Fanizza al dirigente della sicurezza informatica, Cosimo Comella, di acquisire molte informazioni dai computer dei dipendenti del Garante (circa 200 persone). Fanizza ha fatto questa richiesta via mail due giorni dopo che era andata in onda su Rai 3 la prima delle tre inchieste di Report che hanno messo in risalto potenziali conflitti di interessi del Garante per via della contiguità con il governo. Il sospetto è quindi che volesse capire chi aveva passato delle informazioni a Report, anche se la trasmissione non è esplicitamente citata nella mail. Comella in ogni caso ha rifiutato la richiesta, e con una risposta notevole.

Nella mail del 4 novembre Fanizza chiede a Comella di mettere «su uno o più DVD» moltissime informazioni personali dei dipendenti: la posta elettronica, gli accessi alle cartelle condivise, i sistemi documentali e quelli di sicurezza. Alla fine della mail Fanizza specifica che la sua richiesta «ha carattere riservato e interpersonale» tra lui e Comella.

Uno screenshot dalla copia della mail inviata da Angelo Fanizza a Cosimo Comella il 4 novembre 2025

La risposta di Comella è arrivata il giorno dopo, il 5 novembre, mentre lui era in ferie in Australia. È una risposta per certi versi surreale, perché Comella si profonde in dettagliate spiegazioni sul perché la richiesta di Fanizza è illegale. Non solo, scrive Comella, recuperare tutti quei dati «costituirebbe una paradossale violazione […] di norme emanate dallo stesso Garante», ma «in assenza di una richiesta dell’Autorità giudiziaria» sarebbe anche «una violazione del diritto costituzionale alla libertà e alla segretezza della corrispondenza». Questo, prosegue Comella, oltre a costituire evidentemente un illecito, esporrebbe il Garante anche a un enorme danno reputazionale.

Uno dei vari passaggi in cui Comella ricorda a Fanizza i profili di illecito della sua richiesta nella mail di risposta del 5 novembre 2025

Infine Comella scrive anche che recuperare una tale mole di dati sarebbe infattibile sia da un punto di vista tecnico («richiederebbe 20.000 supporti ottici DVD-R»), anche perché alcuni dati risalgono a marzo del 2001, sia per i tempi lunghissimi che richiederebbe, quantificati in «circa 4.000 ore di lavoro, corrispondenti a circa un anno e mezzo di tempo di un tecnico dedicato».

La richiesta di Fanizza è in effetti decisamente strana: è piuttosto evidente che abbia chiesto di fare una cosa potenzialmente illegale, e lo ha fatto su carta intestata e protocollata inviando tutto tramite l’indirizzo di posta elettronica certificata istituzionale.

Fanizza è un magistrato ed era al Garante solo da ottobre, scelto dal presidente Pasquale Stanzione. Comella non è solo un dirigente del Garante, dove lavora dal Duemila: è anche sposato con Laura Mattarella, figlia del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il collegio direttivo del Garante ha preso le distanze dall’iniziativa di Fanizza, ma è comunque molto strano che Fanizza abbia fatto una richiesta del genere in completa autonomia, date tutte le circostanze: anche per questo l’assemblea dei dipendenti del Garante ha chiesto le dimissioni di tutto il collegio direttivo.

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