Lanciare pietre alle donne è ok, dice una pubblicità comparsa in North Carolina

Lanciare pietre alle donne è ok, dice una pubblicità comparsa in North Carolina

Da un paio di giorni ad Asheville, una città di oltre 80mila abitanti della North Carolina, è comparso un cartellone pubblicitario che sta facendo molto discutere. La pubblicità è della Spicer Greene Jewelers, una società di gioielli, e dice: «A volte è ok lanciare delle pietre alle donne…». Il messaggio doveva essere un gioco di parole – “pietre” intese come “gioielli” – ma l’effetto che ha prodotto è stato molto diverso e molti abitanti di Asheville, così come molte altre persone che hanno visto l’immagine circolata in Internet, hanno chiesto la rimozione della pubblicità, sostenendo che fosse un incitamento alla violenza contro le donne.

Tra le persone che hanno protestato c’è stata anche Chelsea Clinton, figlia di Bill e Hillary Clinton, che su Twitter ha scritto: «Parlare di picchiare le donne non è mai divertente. Mai».

In risposta alle molte critiche, la Spicer Greene Jewelers ha pubblicato un post di scuse su Facebook in cui ha scritto che la società «non condona la violenza di nessun tipo, verso nessun essere umano». La co-proprietaria della società, Michelle Spicer, ha detto all’Asheville Citizens-Times che la sua compagnia sta considerando l’ipotesi di rimuovere la pubblicità.

A Roma molti parchimetri sono rimasti con l’ora solare

A Roma molti parchimetri sono rimasti con l'ora solare

Oggi molti cittadini romani hanno segnalato sui social network di avere trovato i parchimetri per il pagamento del parcheggio ancora con l’ora solare, quindi 60 minuti indietro rispetto all’ora legale scattata nella notte tra sabato e domenica. Di conseguenza, per evitare multe, chi ha parcheggiato è stato costretto a pagare un’ora in più per colmare la differenza dovuta al mancato aggiornamento dei sistemi per il parcheggio. L’ATAC, che ha la gestione dei parchimetri e dei parcheggi, ha fatto sapere che non saranno emesse multe alle automobili parcheggiate nelle zone in cui si è verificato il guasto. Il problema è stato dovuto a un malfunzionamento in fase di risoluzione. Chi avesse ricevuto una multa potrà contestarla.

“I wanna run, I want to hide” sul tetto, 30 anni fa

"I wanna run, I want to hide" sul tetto, 30 anni fa

Il 27 marzo del 1987, trent’anni fa, gli U2 salirono sul tetto di un negozio di liquori di Los Angeles per fare un concerto e registrare uno dei video più famosi della storia della musica. Scelsero un edificio di un piano all’incrocio tra la 7th Street e la S. Main Street, in Downtown Los Angeles, cioè il centro della città se Los Angeles avesse un vero centro. Da quel concerto di otto canzoni fu tratto il video di “Where the Streets Have No Name”, una delle più famose canzoni degli U2, contenuta nel disco The Joshua Tree che sarebbe uscito nell’agosto di quell’anno. Il video, che era un esplicito riferimento al concerto sul tetto della Apple Corps di Londra che avevano fatto i Beatles quasi vent’anni prima, ebbe un enorme successo. Mostrava, oltre all’esecuzione della canzone, tutto quello che era successo prima e dopo: soprattutto i problemi con la polizia, che non era per niente contenta che una delle band più famose del mondo avesse organizzato un concerto in un incrocio in mezzo a Los Angeles, e che secondo le stime avrebbe dovuto attirare 30mila persone (furono poi molte meno). Il video vinse anche un Grammy, nel 1989.

Oggi quell’incrocio è così, visto da Google Maps:

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