Anche J.K. Rowling non ha capito la copertina della prima edizione italiana di “Harry Potter e la pietra filosofale”

Anche J.K. Rowling non ha capito la copertina della prima edizione italiana di "Harry Potter e la pietra filosofale"

La copertina della prima edizione italiana di Harry Potter e la pietra filosofale è nota per la sua illustrazione piuttosto lontana dall’immaginario costruito successivamente attorno al personaggio di Harry Potter: Harry indossa inspiegabilmente un copricapo a forma di testa di topo, e di fianco a lui c’è un topo gigante. J.K. Rowling, l’autrice dei libri di Harry Potter, ha detto su Twitter di non aver mai capito il senso di quell’illustrazione, rispondendo a un lettore italiano: «Ho sempre amato quella copertina perché è così strana. Perché la testa di topo? Perché il topo gigante con il fazzoletto al collo? Non ho mai conosciuto l’illustratrice, quindi non lo so ancora».

Le copertine delle prime edizioni italiane dei romanzi su Harry Potter furono illustrate da Serena Riglietti, che nel 1998, quando uscì in Italia Harry Potter e la pietra filosofale, era una giovane illustratrice all’inizio della sua carriera e frequentava ancora l’Accademia di Belle Arti. La primissima illustrazione da lei realizzata per la copertina era ancora più lontana dall’attuale immaginario di Harry Potter: Harry aveva i capelli chiari, non portava gli occhiali e non aveva la cicatrice a forma di saetta sulla fronte. La cicatrice e i capelli scuri furono aggiunti nella copertina della prima edizione, stampata solo su alcune copie, che per errore indicava il nome di J.K. Rowling (Joanne) che la scrittrice non voleva fosse diffuso. Nella successiva edizione, quella più diffusa tra i primi lettori italiani di Harry Potter, furono aggiunti anche gli occhiali.

Aggiornamento del 23 aprile
Rispondendo a un’intervista del sito dedicato a Harry Potter Portus, Riglietti ha spiegato le stranezze della copertina della prima edizione di Harry Potter e la pietra filosofale. Ha detto che quando le fu chiesto di illustrare il libro non era ancora terminata la traduzione e le furono date solo «indicazioni abbastanza sommarie» sulla trama. Ha anche spiegato nel dettaglio le sue scelte:

Harry non gioca a scacchi con un topo, Harry gioca a scacchi accanto a un topo, ed il giocatore che si trova da quest’altra parte potrebbe essere ognuno di noi, chiunque abbia di fronte la copertina. Anche metaforicamente la partita a scacchi viene usata per dire di qualcuno che si gioca il proprio destino usando l’intelligenza, e questo era il mio augurio all’autrice del libro.

Questa è la copertina che io ho disegnato non avendo letto il libro e sapendo soltanto che Harry Potter era un bambino che nella scuola di magia avrebbe dovuto affrontare tutta una serie di prove. Una delle prove finali avrebbe potuto mettere in gioco la sua vita. Mi era anche stato detto che gli studenti in questa scuola di magia potevano portare con sé un topo o una civetta. Nient’altro.

Mentre per quanto riguarda il cappello-testa-di-topo:

Harry ha il cappello di topo perché è una delle caratteristiche del mio lavoro, a me piace mettere i cappelli strani sulle teste dei miei personaggi, lo faccio ogni volta che ne ho la possibilità.

Netflix ha reso pubblici alcuni documentari a scopo didattico

Netflix ha reso pubblici alcuni documentari a scopo didattico

La piattaforma di streaming online Netflix ha reso disponibile su YouTube una trentina di documentari a scopo didattico per venire incontro alle richieste di insegnanti e istituti scolastici dei 190 paesi in cui è presente. Netflix permetteva già l’uso di alcuni suoi contenuti per la didattica, ma con limitazioni alle riproduzioni. In seguito alle restrizioni contro la diffusione del coronavirus nel mondo, e di conseguenza alla chiusura delle scuole in molti paesi, ora gli stessi video sono accessibili a chiunque sulla pagina YouTube di Netflix, in inglese ma con sottotitoli disponibili in quattordici lingue. I contenuti variano fra documentari naturalistici (Il nostro pianeta), scientifici (Babies) e artistici (Abstract).

Il primo cartone dei Looney Tunes, 90 anni fa

Il primo cartone dei Looney Tunes, 90 anni fa

Novant’anni fa, il 19 aprile 1930, i primi spettatori guardarono in un cinema Sinkin’ in the Bathtub, il primo cortometraggio animato di quella che sarebbe diventata la serie dei Looney Tunes, i celebri cartoni animati della Warner Bros. con protagonisti una serie di personaggi che sarebbero diventati molto popolari nei decenni successivi. Vulture ha parlato dei Looney Tunes come di «un’alternativa iconoclastica ai cartoni della Disney», perché mentre Disney provava a elevare l’animazione, alla Warner Bros si pensava soprattutto a come far ridere.

Sinkin’ in the Bathtub ha per protagonista il personaggio di Bosko (in Italia anche noto come Bruscolo) intento a farsi un bagno canticchiando la canzone “Singin’ in the Bathtub“, uscita nel 1929. Dopo una serie di vicissitudini, il cartone finisce con una frase che sarebbe poi diventata molto nota: “That’s all Folks!” C’è un po’ di disaccordo su quale sia la data in cui celebrare quest’anniversario, ma sia IMDb che The Big Cartoon Database concordano nel dire che Sinkin’ in the Bathtub uscì il 19 aprile.

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