La statua sul tetto del nuovo Parlamento indiano è un po’ troppo minacciosa, per alcuni

La statua sul tetto del nuovo Parlamento indiano è un po' troppo minacciosa, per alcuni

Lunedì il primo ministro indiano Narendra Modi ha presentato con una cerimonia una grossa statua che è stata posata sul tetto del nuovo edificio del Parlamento: è fatta di bronzo, pesa 9,5 tonnellate ed è un adattamento del capitello coi quattro leoni di Ashoka, il simbolo dell’India. Il capitello proviene da un pilastro monumentale costruito attorno al 250 avanti Cristo, durante il regno dell’imperatore Ashoka, e i suoi quattro leoni simboleggiano potere, coraggio, sicurezza e orgoglio. Sui social network però molte persone hanno osservato che gli animali della nuova statua sembrano ringhiare e avere un atteggiamento piuttosto feroce e minaccioso, anziché regale e rassicurante.

La costruzione del nuovo Parlamento indiano deve ancora essere completata e fa parte di una serie di iniziative volute da Modi per ammodernare diversi edifici amministrativi di New Delhi e del territorio circostante, risalenti al periodo coloniale britannico. Vari partiti dell’opposizione criticano da tempo il governo conservatore e nazionalista di Modi sia per il costo delle opere, che ammonta all’equivalente di 2,5 miliardi di euro, sia per la loro estetica. Alcuni politici si sono anche lamentati del fatto che la cerimonia di presentazione della nuova statua sia stata accompagnata da un rito induista, violando il principio di laicità dello stato.

La bandiera degli aborigeni australiani sarà esposta in via permanente sul Sydney Harbour Bridge

La bandiera degli aborigeni australiani sarà esposta in via permanente sul Sydney Harbour Bridge

La bandiera che rappresenta le popolazioni aborigene australiane sarà esposta in via permanente in uno dei luoghi più simbolici del paese, l’Harbour Bridge, il ponte ad arco che collega il quartiere degli affari (Central Business District) di Sydney con l’area settentrionale della città. A inizio anno il governo del New South Wales, lo stato in cui si trova Sydney, aveva annunciato che avrebbe fatto montare sul ponte una terza asta per permettere che la bandiera fosse sempre esposta assieme a quella australiana e a quella dello stato: adesso, dopo una lunga campagna di rivendicazioni da parte degli aborigeni, è stato però deciso che la loro bandiera sostituisca del tutto quella del New South Wales.

Il governo dello stato aveva detto che i lavori per installare un terzo pennone su cui issare la bandiera aborigena e per sostituire quelli preesistenti avrebbero richiesto due anni e una spesa di circa 25 milioni di dollari australiani (poco meno di 17 milioni di euro), provocando qualche polemica. Il premier del New South Wales, Dominic Perrottet, ha detto che il denaro risparmiato sostituendo direttamente una delle due bandiere sarà invece destinato a varie iniziative per sostenere le popolazioni aborigene che vivono in varie parti del paese. La bandiera del New South Wales verrà esposta in un altro luogo significativo della città che deve essere ancora selezionato.

Una enorme valanga in Kirghizistan vista da vicino

Una enorme valanga in Kirghizistan vista da vicino

Un gruppo di dieci escursionisti britannici e americani ha visto molto da vicino una valanga sulla catena montuosa del Tian Shan, in Kirghizistan, causata dal distacco di un pezzo di un ghiacciaio l’8 luglio. Harry Shimmin, uno dei membri del gruppo, ha diffuso su Instagram e YouTube un video della valanga, avvenuta vicino al passo di Juuku, spiegando che una ragazza che era con lui si è fatta un taglio a un ginocchio scappando, ma per il resto nessuno si è fatto male. Kairat Moldoshev, professore del dipartimento di Ecologia e Turismo dell’Università statale del Kirghizistan, ha detto all’agenzia di stampa AKIpress che la valanga è stata causata dal crollo di un pezzo della lingua di un ghiacciaio, a sua volta legato alle alte temperature di questo periodo. AKIpress ha sottolineato che crolli di queste dimensioni sono rari in Kirghizistan.

Shimmin ha anche spiegato come mai ha fatto un video così da vicino, in una posizione evidentemente pericolosa. Si trovava nel punto in cui ha fatto il video per fare delle foto panoramiche, quando ha sentito il rumore della neve e del ghiaccio che si muovevano: «Dato che ero lì già da qualche minuto, sapevo che vicino a me c’era un posto adatto a ripararsi. Ero sul ciglio di un precipizio, quindi l’unica direzione verso cui avrei potuto spostarmi era verso la valanga e in direzione opposta rispetto al riparo vicino a me (per questo non mi sono mosso). Sì, mi sono riparato all’ultimo momento e sì, lo so che sarebbe stato più sicuro farlo subito. So bene che ho corso un grosso rischio. Quando la neve ha cominciato a coprire tutto ed è diventato buio e più difficile respirare ero terrorizzato e ho pensato che sarei morto».

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