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  • Mercoledì 16 marzo 2016

I nuovi ristoranti e negozi di alimentari nel centro di Firenze dovranno vendere prodotti locali per il 70%

Il sindaco Dario Nardella al centro Arte e Cultura di Santa Maria del Fiore in Piazza Duomo, Firenze, 17 dicembre 2014. ANSA / US COMUNE FIRENZE
Il sindaco Dario Nardella al centro Arte e Cultura di Santa Maria del Fiore in Piazza Duomo, Firenze, 17 dicembre 2014. ANSA / US COMUNE FIRENZE

La giunta comunale di centrosinistra che amministra Firenze ha deciso che i nuovi ristoranti o negozi di alimentari che vogliono aprire nel centro storico della città dovranno vendere prodotti che almeno per il 70 per cento siano “a filiera corta” o “della tradizione toscana”. Secondo quanto scrive il Corriere della Sera, l’ordinanza descrive il concetto di “filiera corta” come:

«il percorso economico di un prodotto dallo stadio iniziale della produzione a quello finale dell’utilizzazione», con al massimo due intermediari commerciali tra il produttore e il consumatore e con la produzione realizzata in Toscana.

I ristoranti o gli alimentari che non vogliono rispettare questi criteri – quelli etnici, ad esempio – dovranno chiedere una deroga speciale, che il comune rilascerà dopo aver valutato alcuni aspetti: tra questi c’è la qualità delle materie prime, l’originalità del locale, l’arredamento degli interni e degli esterni, e quanto si inserisce nel contesto del centro storico di Firenze.