Come cambia il mondo, visto con 4 GIF di Google Earth

Come cambia il mondo, visto con 4 GIF di Google Earth

Nel 2013 Google realizzò Google Earth Timelapseuna serie di animazioni con immagini satellitari per mostrare come sono cambiati alcuni punti della Terra nell’ultimo quarto di secolo. Il 29 novembre Google ha pubblicato alcune nuove GIF che mostrano come sono cambiate alcune aree del mondo dal 1984 al 2016. Le immagini utilizzate per le GIF fanno parte della raccolta della missione Landsat, iniziata negli anni Settanta con una collaborazione tra NASA e USGS. I satelliti della missione hanno fotografato per migliaia di volte diversi posti del mondo ogni anno, consentendo ai ricercatori di analizzare i cambiamenti in particolari punti del pianeta.

Un fiume a Nyingchi, in Tibet

Il Bay Bridge di San Francisco

Il ghiacciaio Shirase, all’Antartide

Le sabbie bituminose dell’area di Fort McMurray, in Canada

Quello non è un puma

Quello non è un puma

Su segnalazione di alcuni cittadini, qualche giorno fa la polizia di Gardner, una città in Kansas, ha installato due trappole fotografiche su un sentiero poco fuori città dove si pensava potesse esserci un puma (le trappole fotografiche sono delle macchine fotografiche equipaggiate con un sistema per scattare fotografie automaticamente quando qualcosa entra nel loro campo visivo, e vengono spesso usate per fotografare animali nel loro habitat). Lunedì sulla sua pagina Facebook ha pubblicato le foto scattate dai due apparecchi, molto diverse da quelle che ci si sarebbe aspettato di trovare: alcuni abitanti della città hanno visto dove si trovavano le macchine fotografiche e ci hanno giocato, diciamo.

La lettera di Evan Rachel Wood sui due stupri di cui è stata vittima

La lettera di Evan Rachel Wood sui due stupri di cui è stata vittima

Il 17 novembre l’attrice statunitense Evan Rachel Wood – che ha 29 anni e interpreta Dolores, uno dei personaggi principali di Westworld – aveva raccontato a Rolling Stone di aver subito alcuni anni fa abusi «fisici, psicologi e sessuali». Il 28 novembre Wood ha poi pubblicato su Twitter una lettera che aveva mandato a Rolling Stone, in cui racconta meglio di due diversi stupri, di cosa hanno significato per lei e di perché ha deciso di parlarne. Wood ha pubblicato la lettera scrivendo: «Ora che si sa tutto, ho pensato di condividere per intero la lettera-confessione che ho fatto avere a Rolling Stone». Ci vuole un minuto per leggerla.

Crescendo negli Stati Uniti ho iniziato a farmi delle domande sul perché restavo vaga riguardo alle mie esperienze.
Penso, come molte donne, che avessi la necessità di non rendere la cosa una storia strappalacrime, di non renderla una cosa che riguardasse solo me.
Non avevo bisogno di confermare quello che era successo, la cosa importante è che succedono cose brutte.
Cose. Brutte.
Che ancora oggi hanno un impatto su di me.
Nel profondo, penso anche che non volessi parlarne per non essere accusata di averlo fatto per attirare l’attenzione, o per sentirmi dire che non era una cosa poi così grave
O
“Non è un vero stupro”.
Non me ne vergognerò e non darò l’idea di aver del tutto superato la cosa perché “sono così forte”.
Non penso che viviamo in un periodo in cui le persone possono continuare a stare in silenzio.
Di certo non posso farlo io.
Non se penso alla situazione in cui si trova il mondo, con il suo sessismo e il suo sfacciato fanatismo.
Se ne dovrebbe parlare perché la cosa è stata messa da parte come se fosse niente e io non accetto che questo sia “normale”.
È un problema serio.
Sono ancora in piedi. Sono viva. Sono felice. Sono forte. Ma ancora non sto bene.
Penso che sia importante che la gente sappia, che lo sappia chi è sopravvissuto, e che la pressione per superarlo-e-basta non dovrebbe esserci.
Questa cosa ricorderà alle persone i danni che sono stati fatti e quanto il trauma di pochi minuti si può trasformare in una vita passata a battersi per se stessi.
Non è che sia una cosa che insuperabile: è che non sei più la stessa, o forse ancora non sei riuscita a tornare a essere la stessa.
Quindi, per rispondere bruscamente alle vostre brusche domande
Sì, sono stata stuprata,
Da una persona con cui avevo una relazione, mentre stavamo insieme.
E in un’altra occasione dal proprietario di un bar.
La prima volta era insicura sul fatto che se l’aveva fatto una persona con cui stavo insieme, allora poteva considerarsi stupro, fino a quando è stato troppo tardi.
Poi: chi mi avrebbe creduto.
La seconda volta ho pensato che fosse colpa mia e che avrei dovuto difendermi con più forza, ma avevo paura.
Successe molti, molti anni fa e ora so ovviamente che in nessuno dei due casi la colpa era mia e che nessuna delle due situazioni era giusta.
Successe tutto prima che cercassi di suicidarmi e sono sicura che quelle cose erano tra i tanti motivi per cui ci provai.
Ecco, ora sapete.

 

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