Le prove della Formula 1 a Baku sono state sospese per un tombino aperto

Le prove della Formula 1 a Baku sono state sospese per un tombino aperto

La prima giornata di prove libere del Gran Premio di Baku di Formula 1 è stata sospesa venerdì mattina, dopo soli dodici minuti dall’inizio, a causa di una serie di incidenti in pista che hanno richiesto l’intervento degli organizzatori. Tutto è nato dalla Ferrari di Charles Leclerc, che percorrendo un rettilineo ha scoperchiato uno dei tanti tombini posti lungo il circuito cittadino.

 

Poco dopo il pilota inglese della Williams, George Russell, ci è passato sopra danneggiando seriamente la macchina: il tombino ha squarciato il pianale della monoposto, lasciando detriti e provocando una perdita di olio in mezzo alla pista.

Gli organizzatori hanno quindi dovuto sospendere la sessione di prove libere per la pulizia del tracciato e per la messa in sicurezza di tutti i tombini.

Il danno provocato dal tombino potrebbe compromettere l’intero fine settimana della Williams, se i tecnici della scuderia dovessero accertare danni alla scocca della monoposto (un pezzo difficilmente sostituibile). La Williams di Russell è stata inoltre coinvolta in un altro piccolo incidente. Il camion sul quale era stata rimorchiata per essere riportata ai box ha toccato un ponte con il braccio di sollevamento, ritardando ulteriormente le operazioni in pista per la perdita di olio dovuta all’impatto.

 

Potete usare il “guanto di Thanos” nell’easter egg di Google per “Avengers: Endgame”

Potete usare il “guanto di Thanos” nell'easter egg di Google per “Avengers: Endgame”

In occasione dell’uscita di Avengers: Endgame, il nuovo e conclusivo film dei supereroi della Marvel, Google ha inserito un cosiddetto easter egg – cioè una sorpresa nascosta – nella pagina dei risultati della chiave di ricerca “Thanos”, il supercattivo del film. Cliccando sul guanto dorato, quello che nel film consente proprio a Thanos di eliminare metà delle persone sulla Terra, Google fa sparire con un’animazione metà dei risultati.

La pagina dei risultati di Google

 

Com’è fatto il seno femminile, dentro

Com'è fatto il seno femminile, dentro

Negli ultimi giorni ha ricevuto molta attenzione un’immagine diffusa su Twitter di come appare anatomicamente il sistema muscolare del petto femminile, con la particolare conformazione delle ghiandole mammarie, per la produzione del latte nel periodo dell’allattamento nei 5-6 mesi dopo il parto. L’immagine, una ricostruzione tridimensionale al computer, mostra la disposizione a raggiera dei lobuli (le strutture ghiandolari della mammella) intorno al capezzolo, con il loro sbocco attraverso i dotti (“dotti galattofori”) in cui passa il latte durante il pasto del neonato.

Oltre che dalle ghiandole mammarie, la mammella è costituita da una parte di grasso, in cui sono immerse le stesse ghiandole, e da una parte fibrosa che ha invece il compito di sostenerla. La sua sporgenza più esterna è il capezzolo, circondato dall’areola: entrambi sono dotati di fibre muscolari, che si contraggono permettendo l’erezione del capezzolo per favorire il passaggio del latte, durante l’allattamento. Il riflesso è sempre presente e porta all’irrigidimento del capezzolo in particolari condizioni: sollecitazione diretta o altri stati di eccitazione.

L’immagine è circolata molto online, soprattutto dopo essere stata ripresa dall’account Instagram di BBC News, perché mostra particolari anatomici meno conosciuti e spesso trascurati dai libri scolastici. La perfetta simmetricità dei lobuli è volutamente esagerata per mostrarne meglio le caratteristiche, anche se non riflette fedelmente la realtà. Gli schemi anatomici e le ricostruzioni tridimensionali pubblicati sui manuali sono quasi sempre di corpi maschili, specialmente nel caso delle illustrazioni per mostrare i vari fasci muscolari che costituiscono il nostro organismo.

Quasi tutti i mammiferi hanno i capezzoli, ma non è ancora completamente chiaro perché questi siano presenti anche negli individui di sesso maschile, considerato che non allattano. È opinione diffusa che nel corso dell’evoluzione i capezzoli siano rimasti anche nei maschi perché non ci sarebbe stato nessun vantaggio evolutivo nel perderli.

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