L’accoglienza entusiasta in Iran per Elnaz Rekabi, l’atleta che aveva gareggiato senza velo

L'accoglienza entusiasta in Iran per Elnaz Rekabi, l'atleta che aveva gareggiato senza velo

Mercoledì Elnaz Rekabi, atleta iraniana che domenica aveva partecipato ai Campionati asiatici di arrampicata sportiva di Seul, in Corea del Sud, e che aveva gareggiato senza il velo islamico, è tornata in Iran, dove è stata accolta da una folla festante. Decine di persone hanno atteso il suo ritorno all’aeroporto di Teheran, tra applausi e cori in cui si esaltava il suo coraggio e il suo eroismo.

Le donne iraniane sono obbligate a indossare il velo anche quando partecipano a competizioni sportive, e in molti in Iran avevano interpretato la decisione di Rekabi di non indossarlo come un gesto di sostegno al movimento di protesta contro il regime che va avanti da settimane nel paese.

In realtà, dopo che per diverse ore non si erano avute più notizie di lei e dopo che diversi giornali avevano ipotizzato che per quel suo gesto potesse essere punita, martedì Rekabi aveva chiesto scusa su Instagram per non aver indossato il velo, e aveva spiegato che non lo aveva fatto per un non meglio precisato problema e perché il suo turno di scalata era arrivato senza che lei fosse pronta.

Lo ha ripetuto anche al suo arrivo a Teheran, ma ci sono molti dubbi sulla sincerità delle sue parole. Si teme infatti che possa essere stata costretta dalle autorità iraniane a chiedere scusa, per non rischiare di essere incarcerata. Dopo l’arrivo in aeroporto, è stata fatta entrare in un camioncino che ha attraversato rapidamente la folla. Al momento non è chiaro dove sia stata portata.

I danni al gasdotto Nord Stream 1, filmati con un drone sottomarino

I danni al gasdotto Nord Stream 1, filmati con un drone sottomarino

Il giornale svedese Expressen ha pubblicato un video e alcune fotografie dei danni subiti dal gasdotto Nord Stream 1 a causa delle esplosioni (probabilmente un sabotaggio) avvenute il 26 settembre. Il gasdotto è stato colpito nel suo tratto sottomarino, nel mar Baltico: il video, poi diffuso da varie agenzie di stampa e giornali di altri paesi, è stato girato con un drone subacqueo della società Blueye Robotics a 80 metri di profondità. Mostra che circa 50 metri del condotto sono stati distrutti dall’esplosione; agli estremi di tale sezione l’acciaio e il calcestruzzo di cui è fatto il tubo appaiono lacerati.


Il Nord Stream 1 è uno dei due gasdotti (l’altro è il Nord Stream 2) costruiti per portare il gas naturale russo in Europa. Il Nord Stream 2 non è mai entrato in funzione a causa delle tensioni tra Russia e Unione Europea. Il Nord Stream 1 invece era stato chiuso dall’azienda energetica statale russa Gazprom ad agosto, dopo mesi in cui aveva funzionato a capacità ridotta: ufficialmente per problemi tecnici, ma si ritiene che la chiusura fosse stata decisa come ritorsione per le sanzioni imposte al governo russo per l’invasione dell’Ucraina. Entrambi i gasdotti comunque erano pieni di gas naturale, interamente fuoriuscito dopo il sabotaggio, di cui la comunità internazionale sospetta la Russia.

Ogni gasdotto è costituito da un tubo di acciaio spesso 4 centimetri e avvolto in 11 centimetri di calcestruzzo; una sezione lunga 12 metri pesa circa 24 tonnellate.

Tubi inutilizzati per la costruzione del gasdotto Nord Stream 2 a Mukran, in Germania, il 30 settembre 2022; il tratto del Nord Stream 1 danneggiato e mostrato nel video era realizzato con tubi analoghi (EPA/HANNIBAL HANSCHKE, ANSA)

Il video di un manifestante per la democrazia di Hong Kong trascinato e picchiato nel consolato cinese a Manchester

Il video di un manifestante per la democrazia di Hong Kong trascinato e picchiato nel consolato cinese a Manchester

Un uomo che domenica stava partecipando a una manifestazione in favore della democrazia e dell’autonomia di Hong Kong davanti al consolato cinese di Manchester, nel Regno Unito, è stato trascinato all’interno della cancellata del consolato, buttato a terra e picchiato da alcune persone non identificate, presumibilmente addetti alla sicurezza dell’edificio. Lo mostrano alcuni video circolati sui social network, in cui si vedono tafferugli tra i manifestanti e alcune persone uscite dal consolato per strappare o rimuovere i poster esibiti in segno di protesta.

L’uomo è stato identificato con il nome di Bob e ha raccontato a BBC di essere stato preso, trascinato dentro al cancello del consolato e picchiato mentre cercava di fermare le persone che avevano strappato i poster dei manifestanti. Ha poi detto di essere scappato grazie all’aiuto della polizia inglese e di altri manifestanti.

Il consolato non ha commentato esplicitamente l’evento, ma un suo portavoce ha fatto sapere che il contenuto dei poster insultava il presidente cinese, una cosa ritenuta dalle autorità cinesi «intollerabile e inaccettabile per qualsiasi missione diplomatica e consolare in qualsiasi paese». Negli ultimi due anni e mezzo il governo centrale cinese ha progressivamente eroso le libertà e represso le manifestazioni in favore della democrazia a Hong Kong, un territorio semi-autonomo che tuttavia ritiene parte della Cina continentale.

Il consolato cinese, esattamente come succede con le ambasciate, si trova sul territorio britannico ma è vietato entrarci senza permesso: qualsiasi cosa succeda al suo interno ricade sotto la giurisdizione della legge inglese, ma è possibile che parte del personale, soprattutto quello legato alle attività diplomatiche, goda di immunità. Intanto la polizia di Manchester ha avviato un’indagine.

– Leggi anche: Le promesse tradite di Hong Kong

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