«Sono qui in diretta, non sono un gatto»

«Sono qui in diretta, non sono un gatto»

Un breve video di un’udienza processuale statunitense tenuta in videoconferenza è diventato rapidamente virale perché uno degli avvocati partecipanti ha goffamente tenuto attivato un filtro che lo mostrava con le sembianze di un gatto. La scena è durata per un po’, mentre l’assistente dell’avvocato provava a disattivarlo: «ci sono, non sono un gatto» dice a un certo punto l’avvocato proponendo di andare avanti comunque. «Lo vedo» risponde il giudice. Il video è stato pubblicato da Roy Ferguson, giudice del Texas che si è trovato davanti l’avvocato diventato gatto. L’avvocato, invece, si chiama Rod Ponton e ha raccontato il suo punto di vista al sito statunitense di Vice. A quanto pare era il computer della sua assistente, che alla fine è riuscita a togliere il filtro e far tornare tutto alla normalità.

Ponton ha spiegato anche che l’udienza su Zoom aveva a che fare con il caso di un uomo che aveva cercato di uscire illegalmente dagli Stati Uniti.

 

Il giorno che al parlamento andaluso prese la ridarella

Il giorno che al parlamento andaluso prese la ridarella

Il 22 novembre 1994 il parlamento dell’Andalusia, una delle comunità autonome in cui è divisa la Spagna, fu preso da un attacco di risa incontrollato. I deputati arrivavano da molte ore di discussione sul bilancio regionale e c’era parecchia tensione tra governo e opposizioni; c’era anche molta stanchezza. A iniziare a ridere fu una componente dell’ufficio di presidenza, Hortensia Gutiérrez del Álamo, che finì per contagiare molti suoi colleghi. Nel video, tornato virale in questi giorni dopo che è stato trasmesso da una televisione giapponese, si vede l’allora presidente del Parlamento, Diego Valderas, invitare i deputati a fare silenzio e a riprendere i lavori. Dopo qualche tentativo di tornare a una situazione di normalità, si vede Valderas, che fatica a trattenere le risa, annunciare una pausa di cinque minuti.

Hortensia Gutiérrez del Álamo, chiamata anche Chiqui Gutiérrez, ha raccontato al País di avere iniziato a ridere alla terza votazione su un emendamento alla legge di bilancio regionale (le prime due votazioni erano finite in parità). Gutiérrez era incaricata di chiamare uno a uno i 109 deputati del Parlamento, che dovevano alzarsi e rispondere “sì” o “no” ad alta voce: «Era tardi, dissero che dovevamo andare spediti. Vedevo come la gente si alzava e si sedeva con grande rapidità, e la situazione mi sembrò così comica vista dall’alto, dal palco. Iniziai a ridere, e non riuscii più a smettere».

La Nuova Zelanda vuole che i turisti la smettano di fare sempre le stesse foto

La Nuova Zelanda vuole che i turisti la smettano di fare sempre le stesse foto

Il dipartimento del turismo della Nuova Zelanda ha pubblicato un video in cui invita i turisti a smetterla di fare sempre lo stesso tipo di foto da pubblicare sui social network, e a provare “qualcosa di nuovo”. Nel video il comico Tom Sainsbury interpreta un membro del Social Observation Squad (SOS), una squadra fittizia che ha il compito di dissuadere i turisti dal fare foto banali (dalla classica foto a braccia alzate in cima a una montagna a quella delle gambe in primo piano con il mare sullo sfondo). La campagna è indirizzata ai cittadini neozelandesi, dato che il paese ha chiuso i confini a causa del coronavirus, anche se la prima ministra Jacinda Ardern ha detto di sperare di trovare un accordo per permettere viaggi turistici dall’Australia e da altre nazioni dell’Oceano Pacifico.

– Leggi anche: Su Instagram è tutto uguale?

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