Il ristorante preferito dagli atleti del Villaggio olimpico

Possono mangiare nella famosa catena di fastfood oppure in due ristoranti simili a "basi militari in territorio ostile, ma con un menu meno ricco"

(Michael Kappeler/picture-alliance/dpa/AP Images)
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Sul Washington Post, Joshua Paltrow ha raccontato le difficoltà degli atleti impegnati a Rio nel procurarsi del cibo. A quanto pare, nel Villaggio olimpico ci sono solo un ristorante di bassa qualità e una mensa che Paltrow definisce simile a «una base militare in territorio ostile, ma con un menu meno ricco». L’unica altra possibilità è un ristorante fast food di McDonald’s, uno dei partner delle Olimpiadi, dove gli atleti possono mangiare gratis (McDonald’s è anche l’unico fast food presente nel villaggio olimpico). Il risultato, racconta Paltrow, è che spesso davanti al McDonald’s si formano code lunghe come un campo da calcio. Visto che alcuni atleti, ad esempio quelli che praticano il sollevamento dei pesi, ordinano quantità di cibo molto consistenti, gli impiegati sono stati costretti a mettere un limite alle ordinazioni: ogni atleta può ordinare un massimo di 20 piatti, altrimenti il suo ordine perde priorità e viene servito soltanto quando tutti gli altri sono stati consegnati.

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Alcuni atleti praticano un regime alimentare molto severo, prestando grandissima attenzione alla qualità dei loro alimenti. Per molti altri, invece, mangiare in un fast food non sembra essere un problema. Jimmy Monien, allenatore della squadra di sollevamento pesi delle Mauritius, ha spiegato a Paltrow che non fa obiezioni all’alimentazione dei suoi atleti finché restano entro il peso previsto per la loro categoria. Anche alcuni dei più grandi campioni adottano lo stesso atteggiamento. Nel 2008, durante le Olimpiadi di Pechino, il corridore giamaicano Usain Bolt mangiava ogni giorno circa 100 “chicken nuggets”, bocconcini di pollo fritto, tra i principali piatti di McDonald’s.