E ha pubblicato su Instagram una sua vecchia foto con un cartellone pubblicitario di un singolo del 2006 di Beyoncé, Irreplaceable. Fan della prima ora, come si dice.
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Per celebrare i 400 anni dalla morte di William Shakespeare il Guardian ha chiesto ad alcuni famosi attori britannici di reinterpretare i suoi monologhi più famosi in una serie di video intitolata Shakespeare Solos (in inglese “solo” significa “assolo”). Il 3 maggio è stato pubblicato quello interpretato dall’attore Damian Lewis, il Nicholas Brody della serie tv Homeland, con Claire Danes. Nel video Lewis recita uno dei monologhi del Giulio Cesare, il cosiddetto “Amici, Romani, cittadini, datemi ascolto” (i monologhi di Shakespeare solitamente sono indicati con la frase iniziale, come nel caso di “Essere o non essere” di Amleto). Nel dramma è il personaggio di Marco Antonio a pronunciarlo, rivolgendosi alla folla presente al funerale di Giulio Cesare nella terza scena del terzo atto.
Con le sue parole Marco Antonio riesce a convincere i cittadini ad attaccare Bruto, Cassio e gli altri assassini di Cesare, che sono costretti a lasciare Roma. La parte più significativa ed enfatica del monologo è quando Antonio elenca i meriti di Cesare per poi ripetere più volte, e con un certo sarcasmo, che Lewis sottolinea con un sorrisetto, la frase: “Ma Bruto dice che Cesare era ambizioso, e Bruto è uomo d’onore”.
Martedì 2 maggio c’è stata una grossa rissa fra una ventina di membri del parlamento turco durante l’incontro della commissione che ha il compito di modificare la costituzione. Pochi giorni prima c’era stata un’altra rissa fra gli stessi parlamentari, ovvero i membri del AKP, il partito del primo ministro Erdogan, e i parlamentari del partito filo-curdo HDP, durante la discussione sulle modalità di accesso dei cittadini turchi in Europa. L’ultima rissa invece è iniziata mentre si discuteva della rimozione dell’immunità parlamentare per i membri dell’HDP, che temono Erdogan userebbe per perseguire alcuni suoi membri, già accusati dal governo di essere “un’estensione del PKK”, il partito politico curdo bandito in Turchia.