Le immagini dell’alligatore trovato in un parco pubblico a New York

Le immagini dell'alligatore trovato in un parco pubblico a New York

Il dipartimento che si occupa dei parchi nella città di New York ha diffuso alcune foto di un alligatore lungo circa 1 metro e 20 centimetri trovato in un laghetto del Prospect Park, a Brooklyn. L’alligatore era stato notato domenica mattina da alcuni addetti del parco, che poi avevano contattato il dipartimento per visitarlo e portarlo via. L’animale era «molto letargico e con ogni probabilità rintronato a causa del clima freddo», ha fatto sapere in un comunicato il dipartimento. Gli alligatori vivono in aree calde e con climi tropicali, per esempio in Florida e in Louisiana: a New York domenica le temperature massime hanno raggiunto i 9 °C, ma gli inverni possono essere molto più rigidi. Al momento non è chiaro quando e come l’alligatore sia finito lì: adesso è stato trasferito allo zoo del Bronx.

– Leggi anche: Com’è nata la leggenda degli alligatori nelle fogne di New York

Il video di una scultura di Jeff Koons distrutta per sbaglio da una donna

Il video di una scultura di Jeff Koons distrutta per sbaglio da una donna

Un’opera in vetro dell’artista americano Jeff Koons è stata rotta inavvertitamente da una donna che partecipava a un’apertura privata della fiera Art Wynwood di Miami, in Florida. La scultura apparteneva alla serie dei “Dog Balloons” (palloncini a forma di cane) ed era valutata oltre 40mila dollari. Secondo l’artista Stephen Gamson, che ha assistito alla scena, la donna stava «picchiettando con un dito sulla scultura, forse per verificare se fosse davvero un palloncino», quando questa è caduta a terra. Gamson ha poi pubblicato i video dell’opera in pezzi (bisogna scorrere dopo le prime tre foto del post Instagram per vederli).

 

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7 battute di Massimo Troisi, che oggi avrebbe 70 anni

7 battute di Massimo Troisi, che oggi avrebbe 70 anni

Massimo Troisi, uno degli attori comici italiani più amati e di maggior successo di sempre, morto a soli 41 anni, ne avrebbe compiuti 70 oggi, 19 febbraio. Nato a San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, aveva una comicità molto legata alle sue origini napoletane, sottolineate dal suo accento e dal suo modo di parlare e di riferirsi alle cose, a cavallo tra l’autocommiserazione e la grande lucidità. Ma era napoletano anche in un modo personale e opposto ai cliché della napoletanità, che cercava spesso di prendere in giro e criticare con personaggi timidi, impacciati, sensibili.

Tra le sue battute più celebri, «Mo’ me lo segno» è diventato uno dei modi più diffusi e conosciuti per mostrare indifferenza a una cosa detta con enfasi da un interlocutore (un po’ un equivalente di “sticazzi”).

“Ma vafanculo, tu e mammina”, è la battuta con cui Troisi si congeda da Robertino, il figlio adulto complessato, succube e ostaggio della madre iperprotettiva e bigotta, che lui ha cercato invano di liberare: personaggio esemplare per prendere in giro tutte le madri troppo protettive coi propri figli cresciuti.

Una scena dopo la quale non è più stato possibile utilizzare l’espressione “Quanti siete?” come se niente fosse.

Citazione di una famosa lettera scritta da Totò e Peppino. “Noi ti salutiamo con la nostra faccia sotto i tuoi piedi. Senza chiederti nemmeno di stare fermo”: formulazione buona per ogni atto sarcastico di sottomissione.

Considerazione che a un certo punto appare sempre quando si deve decidere il nome di un nascituro.

Una delle migliori battute antifasciste di sempre, al minuto 0:20.

Un saggio ridimensionamento del valore della sincerità sempre, del “io dico quello che penso”, e del “è giusto che tu lo sappia”: «Queste non sono cose che si dicono in faccia, queste sono cose che vanno dette alle spalle, dell’interessato».

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