A che punto è lo spostamento di un’intera città in Svezia

A che punto è lo spostamento di un'intera città in Svezia

Il governo della Svezia ha realizzato “Questa è Kiruna: come si sposta una città”, un documentario che racconta a che punto è l’ambiziosa operazione di trasferimento di Kiruna, la città più a nord sul territorio svedese e che entro il 2050 sprofonderà a causa dell’espansione di una grande miniera di ferro. La decisione di spostare la città, che raccontammo qui, fu assunta nel 2004 e da due anni sono iniziati i trasferimenti che termineranno tra 20 anni circa. Gli abitanti non sembrano essere molto dispiaciuti dai contrattempi dello spostamento, ma semmai incuriositi da un’operazione di questo tipo mai provata prima su una scala così grande.

C’è qualcosa incastrato in questo muro?

C'è qualcosa incastrato in questo muro?

Sta girando nuovamente online un’illusione ottica già periodicamente circolata negli ultimi due anni: mostra la foto di un muro a blocchi, apparentemente senza nulla di particolare: in mezzo alle crepe del muro, però, si trova un oggetto ben preciso (e no, non è una pietra). La soluzione sotto la foto.

È un sigaro bruciacchiato, conficcato fra le prime file di mattoni.

L’editoriale di Mario Bambea (Corrado Guzzanti) su Repubblica

L'editoriale di Mario Bambea (Corrado Guzzanti) su Repubblica

Il 25 maggio comincerà il nuovo programma del comico italiano Corrado Guzzanti, Dov’è Mario? in cui lui interpreta l’intellettuale e scrittore Mario Bambea. Oggi è stato diffuso il primo trailer completo della trasmissione ed è stato pubblicato, su Repubblica, un editoriale firmato da Mario Bambea:

Siamo dunque così invariabilmente certi, così geo politicamente polarizzati, ora che il mondo ideale di riferimento è esso stesso in uno stato di crescente mercificazione che se non è ideologia così poco (tempo e volontà), ci manca? Quali che siano le formule del destino istituzionale sul doppio perno seicentesco della bicamere, è in vista del referendum, lecito se non doveroso dubitare sul lungo periodo che vedrà l’Europa auto desovranizzarsi per la santa icona di ciò che di più europeo c’è stato e non come sogno onanistico, cioè e dunque l’euro. Feticcio di ottone e sangue. Di pomi d’oro e manici di scopa che qui nessuno vuole più ricordare. Ogni cosa si defila e lascia dietro di sé i suoi simboli. Abbandonare i carri armati per raggiungere in ritirata la riva.

La lezione la sappiamo anche se farne memoria è esercizio ingrato per tutti. Ha un bel dire Salvini che di queste capitalizzazioni a “grande Arcata” per dirla con Solimard, ha fatto un vessillo ma anche una pratica tenda parasole; ne ha un bel dire Giorgia Meloni che fino a ieri poteva procrastinare all’infinito la ricetta di destra paraLePeniana, ovvero di Destra Nostrana, o “Nèstra” o “Dòstra”, come dicono in certi paludati ambienti che non hanno più bisogno del selfie asettico di Casa Pound o di altre glorie fascio-associative.

(Continua a leggere su Repubblica)

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