Stanno tutti bene

Aspettiamo che i gerontocrati muoiano tutti: forse è l’unica strada. Sono così vecchi che non dovrebbe mancare molto. Suonerà come l’ennesima «provocazione» (come si dice di ogni concetto che non sia banalissimo) ma forse è proprio così, la gerontocrazia che sovrasta il nostro Paese è troppo smaliziata perché a scalzarla siano giovani generazioni che viceversa sono troppo perbene, oneste, normali. I vecchi hanno fatto il dopoguerra, il Sessantotto, il terrorismo, hanno passato ogni buriana e insomma: non li affondi più. Le nuove generazioni, invece, sono cresciute inzuppate in sani principi neo-borghesi (meritocrazia, civismo, altruismo, bene comune) e hanno finito addirittura per crederci, fortunatamente: in altre parole sono migliori dei vecchi e dunque sguarniti delle armi per abbatterli. Ci saranno certo tanti bamboccioni, l’abbiamo detto, il problema è che dall’altra ci sono dei banditi, dei reduci di guerra: chi volete che vinca? Un bravo laureato di sani principi non ha alcuna probabilità di scalzare gente che ha sventolato ogni bandiera e ancora galleggia. Li voti, e sono lì. Non li voti, e sono lì. Li arresti, e sono lì. Li ammazzi, e spunta un parente. E allora arrendiamoci, aspettiamo che muoiano tutti: fanno anche pena, hanno i capelli bianchi e inseguono ancora il potere come criceti nella ruota. L’unico problema lo trovate nel titolo.

(da Libero)

Filippo Facci

Giornalista e scrittore, lavora a Libero, ha collaborato con il Foglio, il Riformista e Grazia. È autore di Di Pietro, La storia vera