Lettera alla Ueh!

Antonio Di Pietro, l’altro ieri, ha annunciato una propria «lettera all’Europa». Ne siamo venuti in possesso e ve la proponiamo in anteprima.

«Cara Ue, ueh! Ecche è? Ue, aho! Mo’ basta! Sentiammè, garantiremo i saldi e troveremo i soldi, ma qui dobbiamo farci a capire, sennò chiudiamo le porte quando i buoi sono scappati! Quelli hanno già messo le mani in pasta, ma hanno rubato la pasta! Quelli stanno a fa’ inguacchi, Ue, aho! A me mia madre mi diceva sempre: parti per tempo, che arrivi di buon’ora, ma qui sale o’ sbred, e quelli sono ancora al conto dei ceci, Ue, ueh! Voi dell’Europa di Valori già lo sapete, sfondate una porta aperta, ma senza i soldi si fanno chiacchiere, perché è il citttttadino che paga, è il citttttadino che mette i soldi, mo’ allora troviamo i saldi e garantiamo i soldi, aho, Ue! E benedetto il signore! Bisogna tagliare i costi alla politica, creare il reato di povertà, fare una rogatoria, arrestare Forlani! Bisogna fondere Inps, Inail, Inpdap, Irpef, Ingrid e Ursus per separare assistenza da previdenza, è il segreto di Pulcinella, perché è chiaro che se la mano destra controlla la sinistra, la mano destra dà sempre ragione alla sinistra, non è questione di destra e sinistra, perché o mangiamo ‘sta minestra o saltiamo la finestra! Ue, ueh! Aho! Aaargh! Capitammè?»

Filippo Facci

Giornalista e scrittore, lavora a Libero, ha collaborato con il Foglio, il Riformista e Grazia. È autore di Di Pietro, La storia vera