Risposte a Milena Gabanelli

Mi chiedono di commentare le cose che ha detto Milena Gabanelli in una puntata di Report a proposito della legge sulle intercettazioni, e il video che circola in rete. L’Appello della Gabanelli è datato 28 maggio, e forse il problema è questo. È già vecchiotto.

Perché infatti.

1) La Gabanelli esordisce dicendo che la nuova legge «vieterà di dare notizie di indagine prima dell’udienza preliminare». E non è vero. Quello sarebbe stato il Decreto Mastella del 2007. La legge, allo stato, prevede che le notizie si possano dare ma senza pubblicare intercettazioni o documenti tustuali, come in teoria diceva anche la vecchia legge che però tutti violavano tranquillamente.

2) La Gabanelli continua dicendo «se la legge fosse in vigore adesso non sapremmo nulla dello scandalo che riguarda i grandi appalti». E non è vero. Potremmo sapere tutto fuorché, per esempio, le telefonate che riguardano le massaggiatrici di Bertolaso e faccende del genere.

3) La Gabanelli dice che «gli autori di riprese o registrazioni» fatte senza il consenso degli interessati – se non sono giornalisti professionisti ma per esempio semplici pubblicisti –  rischieranno sino a quattro anni di carcere. E non è vero. La norma è stata emendata e anche i pubblicisti nel caso potranno.

4) La Gabanelli dice che «a breve sarà legge». Mi sa che non è vero neanche questo.

Tutto il resto l’abbiamo già scritto cinquanta volte.

Filippo Facci

Giornalista e scrittore, lavora a Libero, ha collaborato con il Foglio, il Riformista e Grazia. È autore di Di Pietro, La storia vera