Vaffa all’Italia del vaffa

C’è chi per molto tempo è andato a dormire presto e poi ha scritto la Ricerca del tempo perduto. E c’è chi, come me, si sveglia molto presto. Non scrivo proprio niente (figuratevi il tempo perduto) e tuttavia, visto che sono le sei di mattina posso almeno camminare sotto una meravigliosa nevicata a larghe falde: casa (Donna Olimpia) ufficio (via XX Settembre). Un’ora e passa di cammino. Sotto l’abbondante nevicata devo, cioè, vorrei proprio pensare a cosa in questi anni è andato storto, in Italia. Come mai siamo così arrabbiati? Questa rabbia, detta in breve, a che serve? Meglio, a chi serve? Comincio a camminare, per ora senza intoppi, con in mente alcune dichiarazioni di voto di cui sono a conoscenza (che a quest’ora, data di pubblicazione, si saranno concretizzate). Allora, un 19enne di buona famiglia, che viaggia tanto per il mondo, anche in posti disastrati, come alcune regioni dell’India o poveri stati africani, un tipo curioso, passionale, e davvero toccato da quello che vede, insomma questo 19enne, tuttavia, ha dichiarato che voterà Salvini. Perché? Perché ci vuole una linea dura contro gli immigrati. Ma i tuoi viaggi? La povertà che hai visto? Di cui parli con passione? La conoscenza approfondita di un paese, delle sue dinamiche interne non ti serve a capire meglio il mondo, i flussi, lo scacchiere geopolitico che cambia e cambierà ancora? E no, sono due cose differenti e dunque: basta clandestini.

 

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Antonio Pascale

Antonio Pascale fa il giornalista e lo scrittore, vive a Roma. Scrive per il teatro e la radio. Collabora con il Mattino, lo Straniero e Limes. I suoi libri su IBS.