Un dubbio, a partire dal bisonte cornuto

Si sta scrivendo molto di Jake Angeli, lo sciamano di Qanon, il manifestante molto fotografato durante l’assalto del 6 gennaio al Campidoglio. Sfoggia una mise originale anche per gli abituali frequentatori delle sfilate di Dolce&Gabbana: petto nudo, tatuaggi, bandiera americana in mano e sul volto, megafono, pelliccia e corna. Sappiamo che il suo vero nome è Jacob Chansley – l’altro è un nome d’arte – che ha 33 anni, vive in Arizona, forse è di origini italiane ed è stato aspirante attore. Su questo, le capacità attoriali, è stata velocemente costruita con grande coerenza un tesi complottista: “È pagato da Biden per diffamare Trump”. Lettura già smentita da siti antibufale.

Repubblica gli dedica un articolo in cui esamina i tatuaggi presenti sulla parte superiore del corpo – quella inferiore risulta per adesso meno studiata – individuandovi i triangoli intrecciati del Valknut, il Martello di Thor e il Frassino del mondo. Siamo in area celtica. Sappiamo che automobile guida: non un maxi suv o un pick-up, quelli che siamo abituati a associare alla destra trumpiano-motoristica. Ha in garage una Hyundai Accent LC, una berlina compatta, 1,3 di cilindrata, con un motore da 86 cavalli. Una potenza che l’elettore repubblicano del Texas ha nel motorino d’accensione del barbecue. L’auto è piena di scritte: “Q is real”, dice il lunotto.

Sappiamo da un amico d’infanzia, sempre via Repubblica, che Jake “si è completamente instupidito ma non è stato sempre così. La sua storia ha preso una brutta piega quando sua madre ha tradito il padre e quello si è suicidato. Ha cominciato a farsi di droghe pesanti, ha cambiato nome e poof: all’improvviso è diventato così”. L’amico si chiama Gary Trubl e sembra propendere per una interpretazione in chiave psicopatologica delle scelte di Chansley/Angeli: “La depressione è una brutta cosa”. Ma Gary non vede Jake dal matrimonio del fratello, nel 2016, e tante persone che hanno la vita dolorosamente attraversata da stagioni di profonde malinconie non si metterebbero mai ad assalire seminude sedi istituzionali.

E a proposito del seminudo c’è la questione dell’abbigliamento: Jake non è vestito da vikingo, né da Attila – alcuni lo hanno inopinatamente avvicinato a Diego Abatantuono in Attila flagello di Dio – mentre secondo Massimo Gramellini sul Corriere “si è palesemente ispirato per il look Mario Borghezio”, l’europarlamentare della Lega spesso presente ai raduni di Pontida con elmo cornuto in testa.

C’è concordanza sul fatto che Chansley/Angeli indossi vesti da sciamano. Lo sciamano è “un capo carismatico investito di responsabilità collettive”, così la Treccani. E Jake questo ha fatto nell’assalto al Congresso, il capo. Con la “funzione principale di assicurare la ‘fortuna’ nella caccia” e anche qui ci siamo: il branco fa irrompe nel palazzo per una battuta di caccia. Perlustra le scalinate e le sale. Cerca la selvaggina. Purtroppo le prede, quelli che hanno rubato le elezioni, i traditori, hanno fatto in tempo a sfuggire. Facilitati in questo, tocca dirlo, dal fatto che i cacciatori rallentano continuamente la marcia per farsi un selfie. Ma questo è Jake: sciamano cacciatore. E la sua bandiera è appesa ad una lancia.

“Lo sciamano – è sempre la Treccani, mica Wikipedia – per diventare tale deve superare una serie di prove, per esempio assumere sostanze allucinogene e superarne gli effetti”. E qui abbiamo la testimonianza diretta dell’amico d’infanzia: Jake con le sostanze ci ha dato dentro pesantemente. “Lo sciamano protegge il proprio gruppo grazie alla sua relazione privilegiata con gli spiriti” – qui sta per arrivare il bisonte cornuto – lo sciamano è “l’intermediario tra il mondo degli uomini e il mondo degli spiriti”. La definizione è di Ugo Marazzi, docente all’Istituto Universitario Orientale di Napoli, via Wikipedia. Quindi Jake veste lo spirito dell’America profonda, il grande bisonte che regnava nelle sue incorrotte praterie, per salvare l’America di adesso, che rischia di perdersi nella dissoluzione di sé stessa per colpa dei democratici, dei poteri nascosti, di tanti che hanno tradito.
La pelle nuda nonostante il freddo di gennaio – il bosco, la natura, il buon selvaggio, l’anima ferita – che riprende possesso degli artefatti palazzi del potere che fabbricano inganni. La battaglia di sempre: il vero contro il falso.

Ma c’è ancora punto. Jake Angeli/Jacob Chansley combatte la sua battaglia con una bandiera americana, un megafono, un costume da bufalo cornuto. La bandiera è vera – può essere falsa una bandiera a stelle e strisce? – il megafono è vero, funziona, il costume invece è finto. Finta la pelliccia rossiccia e folta che circonda la testa e scende sui pettorali con una selvatica grazia ricercata sogno di ogni stilista milanese, finta la striscia che ne adorna la fronte e unisce le svettanti corna. Finte le corna nere ed aguzze.

E allora due ipotesi:
a- in Jake c’è un’anima ecologista. Ha partecipato ai primi scioperi per il clima ispirati dal movimento di Greta Thunberg, qualcosa è rimasto. “Quello che stavo facendo era disobbedienza civile – ha detto in un’intervista a NBC – non ho fatto niente di male. Ho varcato una porta aperta.”
E quindi: “Nessun bisonte cornuto è stato ucciso in questo vittorioso assalto a Capitol Hill”. Ci sta.
b- quella dei rapporti tra vero e falso è sempre una storia complicata.

Massimo Cirri

Da venticinque anni divide le giornate in tre: psicologo al mattino; conduttore radiofonico (Radio Popolare, poi a Radio2 Rai con Caterpillar) al pomeriggio. La sera, spesso, è impegnato come autore teatrale.