Come funzionano i finanziamenti all’americana

In questi giorni sto seguendo la questione del finanziamento, pubblico e non, a partiti e campagne elettorali. Dopo il caso Renzi-Lusi sono andato a documentarmi su come funziona il fundraising dei candidati negli Stati Uniti. Grazie all’aiuto di Francesco Costa ho scritto questo pezzo:

I riferimenti politico-culturali al modello americano sono sempre stati molto presenti nelle campagne elettorali di Matteo Renzi. Non solo negli slogan o nelle citazioni obamiane. Basti pensare a «Prima Firenze!», che prendeva spunto dall’«America First» di John McCain, il candidato repubblicano che sfidò e perse la competizione con Obama nel 2008. La questione, soprattutto, riguarda il fundraising. Le cene di Renzi da mille euro a cranio fanno parte di una consuetudine americana. Se andate sul sito di Obama ci sono ancora un paio posti liberi per cenare insieme al candidato: «Dinner with Barack». Magari in alto a destra di barackobama.com vi sarete accorti del tasto «donate». Potete iniziare da lì il viaggio nel magico e trasparente mondo del finanziamento delle campagne elettorali segli Stati Uniti, dove le lobby sono così connaturate alla vita americana («as American as apple pie») da essere regolate da un registro.

E guai a non rispettare le norme: le sanzioni sono da centinaia di migliaia di dollari o, addirittura, penali. Non essendo americani non possiamo regalare un cent dal nostro computer a Obama. E se c’è una tazza per il caffè con la faccina del presidente dobbiamo farla comprare a un amico che vive negli Stati Uniti, perché anche il merchandising è una forma di sostegno finanziario. Ogni cittadino americano ha un limite di contributo, massimo 2.500 dollari per le primarie, somma che viene riazzerata per la «general election». Una volta che le convention hanno designato i candidati alle elezioni si possono dare altri 2.500 dollari. Il massimo invece che ogni elettore può dare al comitato elettorale del partito è pari a 30.800 dollari l’anno. Uno dei punti di forza di Obama nel 2008 è stato poter contare su un diffuso numero di microfinanziamenti. Dieci, venti, cento dollari a testa. Nel 2008 mezzo miliardo dei 750 milioni totali per la campagna di Obama proveniva da donazioni inferiori ai 200 dollari. McCain invece si fermò a «soli» 350 milioni in totale. La novità del 2012 è che accanto ai finanziamenti privati ci sono quelli dei Super Pac, Political Action Comittee.

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David Allegranti

Giornalista, blogger. La Stampa, Panorama, Vanity Fair, Foglio, Corriere Fiorentino, Gazebo. Autore di The Boy (Marsilio). Interista. Ghinetti giovani 2012. Su Twitter è @davidallegranti.