L’Italia di Lamberto Dini

Sono curioso di questa tanto attesa Direzione Nazionale del PdL di giovedì. Un po’ perché nessuno sapeva nemmeno che esistesse, prima che Gianfranco Fini facesse sapere che presenterà un suo documento piuttosto rilevante in questo passaggio di tensioni interne. Un po’ perché ho una mia piccola esperienza di direzioni nazionali per aver frequentato per circa un anno quelle del PD neonato: è stata come una gita scolastica, stancante, incasinata, non se ne capisce il senso, non si vede quasi niente, si fa amicizia, e si torna storditi e felici che sia finita ma contenti dell’esperienza.
Per prima cosa, quindi, sono andato a vedere da chi sia composta questa dirnaz del PdL. La maggior parte non li conosco, altri sì, e poi a un certo punto mi imbatto nel nome di lui. Che me lo potevo aspettare, certo. Che ad avere buona memoria uno lo sa, che all’ultimo giro si è infilato lì. E però ci sono dei momenti che per un attimo ti sei dimenticato di che paese sia questo.
E in quel momento leggi: Lamberto Dini.
Lamberto Dini.
Nella Direzione Nazionale del PdL.
Allora, intanto ma chi accidenti rappresenta Lamberto Dini? È vero che tutti viviamo in microcosmi e ci sfuggono quelli lontani da noi, ma davvero: c’è gente là fuori che si sente politicamente vicina a Lamberto Dini, di cui Lamberto Dini cura gli interessi? Sì? Tipo similmassoni e vetusto nobilame fiorentino sfigato? O cosa?
Mi sfuggirà qualcosa.
Ma una cosa la so, e quella la conosco bene. So che il PD, alla sua nascita, formò un organismo che chiamò “Comitato per il Partito Democratico“, e che doveva essere da garante e levatrice del nuovo partito. Ospitava appena 45 persone, intitolate a questo nobile e responsabile impegno.
E tra loro c’era Lamberto Dini. Ora sta nella dirnaz del PdL.
E già lo capimmo allora che si partiva da imbecilli.


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Luca Sofri

Giornalista e direttore del Post. Ha scritto per Vanity Fair, Wired, La Gazzetta dello Sport, Internazionale. Ha condotto Otto e mezzo su La7 e Condor su Radio Due. Per Rizzoli ha pubblicato Playlist (2008), Un grande paese (2011) e Notizie che non lo erano (2016).