Gran Circo Avetrana

Ieri, fuori dal tribunale di Taranto dov’era prevista l’udienza preliminare per gli indagati coinvolti a vario titolo nell’omicidio di Sarah Scazzi, c’era un sacco di gente. Giornalisti, tanti. E curiosi, tanti anche loro. Urlavano a Michele Misseri che entrava nel palazzo: «In quel pozzo dovevi finirci tu». E poi: «Impiccati con le tue mani». Giornalisti, fotografi e cameraman lo chiamavano così: «Zio Michele, dicci qualcosa». Come se fosse loro zio, o si chiamasse zio di nome.

L’udienza preliminare è stata sospesa subito. Franco Coppi, avvocato di Sabrina Misseri, ha chiesto che il processo venga spostato in un’altra sede (deciderà la Cassazione). Via da Taranto, insomma. Perché qui, dice l’avvocato, «si è creato un clima di aperta intolleranza nei confronti di Sabrina e di sua madre, Cosima». Dice Coppi che ci sono state incontestabili anomalie e che questo «ha indiscutibilmente determinato il venir meno dell’imparzialità dell’intero ufficio giudiziario tarantino». Ci va pesante Coppi. Dice ancora: «La convinzione della comunità locale circa il coinvolgimento nel delitto delle donne di casa Misseri ha avuto immediati riflessi sull’andamento delle indagini, condizionate in modo totale e assolutamente inaspettato». Ancora: i magistrati tarantini sarebbero stati «a tal punto condizionati dalla “verità” popolare e mass mediatica da abbandonare qualsiasi filtro critico e aderire immediatamente ed entusiasticamente al nuovo “verbo” di Misseri nonostante il suo caotico accumularsi di versioni sempre nuove e sempre meno credibili». Il legale di Sabrina Misseri cita una lettera in cui Michele Misseri avrebbe scritto che la gente, in giro per Avetrana, lo incita ad accusare la moglie e la figlia.

Michele Misseri fu il primo a essere accusato per la morte di Sarah Scazzi. Confessò e fece ritrovare il corpo della ragazza, gettato in un pozzo. Poi ritrattò e accusò la figlia Sabrina, poi ritrattò la ritrattazione. Da allora ha cambiato versione infinite volte, ora giura di essere solo lui il colpevole mentre in carcere c’è anche la moglie, Cosima, che, secondo i pm avrebbe aiutato la figlia a uccidere. Michele avrebbe poi nascosto il corpo con il sostegno del nipote Cosimo e del fratello Carmine. Sono imputati anche quattro avvocati: Vito Junior Russo, ex legale di Sabrina Misseri, per favoreggiamento personale, sua moglie Emilia Velletri e Gianluca Mongelli per soppressione di atti veri, Francesco De Cristofaro, ex legale di Michele Misseri, per infedele patrocinio. Ci sono poi altre quattro persone imputate: sono i cognati, la suocera e un amico di Giovanni Buccolieri, il fioraio che raccontò a mezza Avetrana di aver visto Sabrina e Cosima rapire Sarah Scazzi. Amici e parenti del fioraio si misero d’accordo di non dire niente, anzi, per dire che Buccolieri in realtà aveva sognato quella storia e l’aveva presa per vera. Lo stesso Buccolieri ha poi ritrattato.

Insomma, un casino totale intorno al quale ruota una specie di circo con urla, scritte, minacce, turisti che sabato e domenica vanno in visita fuori da casa Missseri. Lui, “lo zio”, viene un po’ insultato e un po’ incoraggiato. Racconta una giornalista che pochi giorni fa una macchina con quattro ragazzi ha affiancato Misseri mentre andava in bicicletta, lui ha iniziato a urlare «Anadatevene, non parlo, non dò interviste». I ragazzi in realtà non l’avevano riconosciuto, volevano solo avere indicazioni sulla strada che porta al mare. E poi non è vero che Michele Misseri non rilascia interviste, solo che le concede sempre agli stessi, con cui da tempo ha un’esclusiva: pochi mesi fa ha anche mimato davanti alle telecamere, sdraiandosi per terra, gli istanti della morte di Sarah Scazzi.

Sulla storia di Avetrana ci sono state decine di puntate di trasmissioni, del pomeriggio e della sera, con schiere di criminologi e psichiatri a correre da uno studio all’altro, a volte senza nemmeno sapere nulla di ciò di cui stavano parlando. È indubbio che un processo parallelo, quello che viene definito “massmediatico”, è già stato fatto e ha già stabilito i colpevoli di questa storia. Il processo vero, da qualche parte, prima o poi si farà. Ora Michele Misseri ha anche costruito un altarino nel suo garage, con lumini e foto di Sarah strappate dai giornali. Ho come l’impressione che presto vedremo in televisione anche l’altarino, con “zio Michele” che lo descrive.

Stefano Nazzi

Stefano Nazzi fa il giornalista.