Figli di un bipolarismo minore

Un problema esiste solo quando ne crea altri, altrimenti resta una sterile questione di principio. Il caso perfetto è proprio Mondadori: sbaglia chi sostiene che Saviano dovrebbe essere «coerente» e abbandonarla, e sbaglia anche chi sostiene che Marina Berlusconi dovrebbe abbandonare Saviano poiché un editore non può provare «orrore» per un proprio autore. Questi ragionamenti, figli di un bipolarismo ancora troppo giovane e cretino, favoriscono solo l’Italia dei granducati, le roccaforti di purezza e di omertà, la dittatura delle minoranze.
Sappiamo tutti – anche se non sempre ci piace – che sono la trasversalità e la polivalenza ad arricchire e sprovincializzare le realtà: lasciate dunque che le destre e le sinistre si inquinino a vicenda nei giornali e nelle televisioni e nelle case editrici e in tutto quanto, possibilmente senza cricche ed egemonie. Mondadori è fatta di migliaia di libri, di culture, di intellettuali e di editor che ci lavorano, tutta roba che è molto più importante di Saviano e di Marina Berlusconi messi insieme: per questo è una grande casa editrice. Allo stesso modo può crescere e diventare grande un giornale, un partito, un Paese: quando, anche sanguinosamente, sceglie di convivere con altre realtà senza escluderle. Altrimenti quella sciagura chiamata «o di qua o di là» diviene solo una scorciatoia per rimanere, prima o poi, da soli davanti allo specchio.

Filippo Facci

Giornalista e scrittore, lavora a Libero, ha collaborato con il Foglio, il Riformista e Grazia. È autore di Di Pietro, La storia vera