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  • Mercoledì 31 dicembre 2025

Il comune di Roma ha comprato più di mille case popolari

Secondo l'amministrazione è il più grande acquisto di questo genere da decenni per una città italiana

L'assessore alle Politiche abitative Tobia Zevi e il sindaco Roberto Gualtieri, alla conferenza stampa in cui è stato annunciato l'acquisto delle case popolari di Enasarco (Cecilia Fabiano/LaPresse)
L'assessore alle Politiche abitative Tobia Zevi e il sindaco Roberto Gualtieri, alla conferenza stampa in cui è stato annunciato l'acquisto delle case popolari di Enasarco (Cecilia Fabiano/LaPresse)

La giunta comunale di Roma ha approvato due delibere per acquistare 1.040 case popolari dalla Fondazione Enasarco, che gestisce la previdenza per gli agenti e i rappresentanti di commercio. Il consiglio comunale le ha ratificate e martedì 30 dicembre sono stati acquistati i primi 336 appartamenti, per un costo di 53 milioni di euro. Saranno assegnati nei prossimi mesi, mentre l’acquisto dei restanti appartamenti verrà definito e ultimato nel 2026. Il comune spenderà complessivamente poco più di 250 milioni di euro, che saranno presi dal bilancio di Roma Capitale, l’ente che amministra la città.

È una notizia rilevante perché è assai raro che un comune acquisti un numero così cospicuo di case popolari per assegnarle, e perché l’aumento dei prezzi delle case e la loro scarsa disponibilità, soprattutto nelle grandi città, sono una fonte di disagi e una questione sempre più urgente per moltissime persone. Secondo il comune di Roma, si tratta del più ampio acquisto di alloggi popolari degli ultimi decenni in una città italiana. In effetti in tutta Italia ci sono quasi 900mila alloggi di edilizia residenziale pubblica, e ci vivono circa due milioni di persone, ma secondo Federcasa, che riunisce decine di enti che si occupano di edilizia pubblica, ne servirebbero almeno altri 300mila. Il loro numero invece è in continua diminuzione dagli anni Novanta, per effetto di alcune leggi che avevano l’obiettivo di vendere il patrimonio pubblico per fare cassa e ridurre il debito pubblico.

Al momento a Roma ci sono più di 16mila famiglie che hanno chiesto una casa popolare. Di queste, circa 5mila sono in una situazione di grave emergenza abitativa. Negli ultimi quattro anni, da quando è sindaco Roberto Gualtieri del Partito Democratico, sono state sistemate 1.200 famiglie, con una media annuale di assegnazione delle abitazioni pubbliche doppia rispetto alle precedenti amministrazioni.

La maggior parte delle abitazioni acquistate è libera e sarà assegnata nei prossimi mesi, mentre altre erano già in affitto e i condomini ora pagheranno un canone mensile al comune. «Cercheremo di essere attenti nella gestione e utilizzeremo i soldi per migliorare gli immobili e per fare delle attività di mediazione sociale tra i vecchi e i nuovi inquilini», dice l’assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative Tobia Zevi.

Il cantiere dello stabile in via del Porto Fluviale a Roma, dove il comune sta costruendo decine di alloggi popolari, 28 giugno 2024 (Mauro Scrobogna/LaPresse)

L’acquisto delle case dall’Enasarco fa parte del “Piano strategico per il diritto all’abitare 2023-2026”, un documento programmatico del comune che prevede, oltre all’acquisto di alloggi, l’apertura di un’Agenzia sociale per l’abitare e di un Osservatorio della condizione abitativa a Roma, misure di sostegno al recupero e all’autorecupero delle abitazioni da parte degli abitanti, e bandi speciali per alcune categorie di persone, come le donne vittime di violenza o giovani coppie in difficoltà economica, a cui verrà riservato il 20 per cento degli appartamenti.

Ad agosto 2025 il comune aveva già approvato l’acquisto di 600 case, di cui 400 dall’INPS, da assegnare a persone sottoposte a procedure di sfratto per morosità e che non hanno i requisiti per chiedere una casa popolare, come il numero dei figli, l’esistenza di uno sfratto esecutivo e il reddito basso. La decisione era stata in controtendenza rispetto alle politiche degli ultimi decenni a Roma, dove migliaia di case di proprietà degli enti previdenziali invece erano state messe sul mercato e affidate a fondi immobiliari, provocando spesso proteste tra gli inquilini.

– Leggi anche: Le migliaia di case degli enti previdenziali a Roma, e chi ci abita dentro

Oltre a queste comprate dall’INPS, il comune ha ricavato altri alloggi popolari dalla ristrutturazione di edifici dismessi, come l’ex caserma del Porto Fluviale nel quartiere Ostiense, nella zona sud della città, e un ex edificio scolastico a Primavalle, nella periferia nord-ovest, occupato da 300 famiglie senza casa e sgomberato nel 2019. In questo modo, incluse quelle dell’Enasarco, il comune ha acquistato in totale 1.526 nuove case popolari.

Il progetto di via Cardinal Capranica a Primavalle, dove saranno costruiti alloggi al posto della scuola “Don Calabria” (ANSA/US COMUNE DI ROMA)

«Con questa operazione avviamo il più grande incremento di case popolari realizzato in Italia negli ultimi decenni», ha detto il sindaco Gualtieri presentando il progetto nella Sala delle Bandiere in Campidoglio, la sede del comune. «Parallelamente, insieme a tanti altri sindaci, stiamo portando il tema dell’abitare al centro del dibattito pubblico in Europa: servono investimenti massicci dell’Unione e un quadro comune che riconosca il ruolo delle grandi città nella tutela del diritto alla casa. Roma andrà avanti su questa linea: più case disponibili, tempi più rapidi, manutenzioni costanti e una risposta pubblica stabile ai bisogni reali».

Nessuna grande città italiana sta investendo per acquistare nuove case popolari, piuttosto alcune stanno ristrutturando quelle che già possiedono. Per esempio a Milano il comune ha stanziato 10 milioni di euro per sistemare e assegnare 258 alloggi nel 2025 (altri 437 sono stati assegnati dall’ALER, l’agenzia regionale della Lombardia per l’edilizia residenziale). In Emilia-Romagna a giugno era stato approvato un piano regionale da 300 milioni di euro, di cui 200 finanziati con un mutuo agevolato della Banca europea degli investimenti (BEI), per ristrutturare 3.500 case popolari. «È una prima, concreta risposta a un’emergenza abitativa in forte crescita, in particolare per quanto riguarda gli appartamenti in affitto, sempre più inaccessibili a famiglie, lavoratori e studenti», aveva detto il presidente della Regione Michele De Pascale, del Partito Democratico.