Dal 2026 viaggiare in autostrada costerà di più
Il ministero dei Trasporti voleva bloccare gli aumenti, ma la Corte Costituzionale ha detto che non può

Dall’1 gennaio il pedaggio delle autostrade costerà in media l’1,5 per cento in più, con un picco di quasi il 2 per cento sulla Salerno-Pompei-Napoli e aumenti superiori all’1 per cento sulla maggior parte delle altre autostrade. Dal 2020 il governo aveva bloccato gli aumenti con norme approvate ogni anno, contro cui alcuni concessionari autostradali avevano fatto ricorso. Dopo l’esame del tribunale amministrativo e del Consiglio di Stato, la controversia è finita alla Corte Costituzionale: lo scorso ottobre i giudici hanno detto che il blocco degli aumenti è incostituzionale perché contrario alla libertà di impresa.
L’adeguamento delle tariffe delle autostrade viene stabilito dai piani economici e finanziari firmati dai concessionari e dal ministero dei Trasporti. Gli aumenti tengono conto dell’inflazione basata sull’indice dei prezzi al consumo, degli investimenti sostenuti dai concessionari per migliorare la sicurezza e di indicatori di efficienza e qualità del servizio.
Dal 2020 l’aumento è stato bloccato ogni anno dal ministero, prima per l’emergenza coronavirus, poi per la rinegoziazione di molte concessioni scadute. Il blocco è stato sempre inserito nel cosiddetto decreto milleproroghe, quello in cui il governo stabilisce il prolungamento della validità di norme che stanno per scadere. Non a caso viene quasi sempre approvato a ridosso della fine dell’anno, visto che la gran parte delle misure scade di solito il 31 dicembre, come nel caso dei pedaggi autostradali, oppure tra giugno e luglio, perché talvolta i termini di validità delle norme sono semestrali.
Con la sentenza 147 pubblicata il 14 ottobre, la Corte Costituzionale ha stabilito però che il ministero non può bloccare unilateralmente gli aumenti previsti da piani economici in vigore, firmati dallo stesso ministero. Secondo i giudici, il blocco è un danno anche per gli automobilisti perché compromette gli investimenti e la manutenzione necessari per garantire l’efficienza e la sicurezza delle autostrade.
In una nota, il ministero dei Trasporti ha accusato la Corte Costituzionale di aver vanificato lo sforzo del ministro Matteo Salvini e del governo di bloccare le tariffe anche per il 2026. Il ministero ha scritto che gli aumenti sono stati stabiliti dall’Autorità di regolazione dei trasporti (un’autorità indipendente che si occupa tra le altre cose delle condizioni minime di qualità dei servizi di trasporto) in seguito alle decisioni della Corte Costituzionale, sulle quali il ministero «non può più intervenire».



