Il parlamento dell’Algeria ha approvato un disegno di legge che chiede alla Francia scuse e risarcimenti per il periodo coloniale

Mercoledì la camera bassa del parlamento algerino ha approvato all’unanimità un disegno di legge per «criminalizzare la colonizzazione francese». In sostanza si tratta di una proposta con cui l’Algeria chiede alla Francia risarcimenti e scuse ufficiali per le violenze e gli abusi commessi durante la colonizzazione del paese, che durò dal 1830 al 1962 e fu segnata da uccisioni di massa e deportazioni. È una proposta dal valore più che altro simbolico, e che molto difficilmente avrà conseguenze concrete: la legge algerina non comporta alcun obbligo per la Francia.
Il testo della legge definisce la colonizzazione «un crimine di Stato imperdonabile», e chiede al governo francese la restituzione degli archivi nazionali sottratti dopo l’indipendenza, dei beni culturali saccheggiati e dei resti dei combattenti della resistenza algerina. Elenca poi una serie di abusi commessi dalla Francia, descrivendoli come «crimini coloniali»: tra le altre cose, vengono menzionati test nucleari, esecuzioni extragiudiziali, «torture fisiche e psicologiche» e «saccheggio sistematico delle risorse». La legge prevede inoltre l’introduzione del reato di apologia del colonialismo, che punisce con pene detentive da cinque a dieci anni e con sanzioni pecuniarie chiunque glorifichi il colonialismo francese attraverso i media, i materiali audiovisivi, le pubblicazioni accademiche o i social network.
In passato il presidente francese Emmanuel Macron ha detto che la colonizzazione dell’Algeria era stato un «crimine contro l’umanità», ma non ha mai presentato scuse formali al paese. Mercoledì il ministero degli Esteri francese ha commentato l’approvazione della legge definendola «un’iniziativa manifestamente ostile».
Da più di un anno Francia e Algeria stanno attraversando la peggiore crisi diplomatica dall’indipendenza dell’Algeria. I rapporti tra i due paesi sono peggiorati drasticamente il 30 luglio del 2024, quando il governo francese decise di appoggiare le rivendicazioni del Marocco sul Sahara Occidentale: è il più grande territorio non autonomo del mondo ed è conteso dal Marocco e dal Fronte Polisario, un movimento sostenuto dall’Algeria che da più di quarant’anni rivendica l’indipendenza dall’occupazione marocchina.
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