Il presunto drone russo intercettato nel Varesotto non era russo e non era neppure un drone
Nell'errore c'entra anche una famiglia a cui non prendeva bene il telefono in casa

La procura di Milano ha chiesto di archiviare l’inchiesta aperta alla fine di marzo con l’accusa di spionaggio militare e politico dopo alcuni presunti sorvoli di un drone di fabbricazione russa sul Centro Comune di Ricerca (CCR) gestito dalla Commissione Europea che si trova a Ispra, sul lago Maggiore, in provincia di Varese. Le indagini hanno concluso che non era russo e non era nemmeno un drone.
Il centro di Ispra ospita diverse attività di ricerca su ambiente e sostenibilità, salute, energia, trasporti, sicurezza degli impianti nucleari. A pochi chilometri ci sono alcuni stabilimenti di Leonardo, importante azienda pubblica nel settore della difesa. I due potenziali obiettivi sensibili avevano portato la procura a prendere sul serio i 22 segnali di allarme lanciati tra il 20 marzo e il 27 maggio dal sistema di sicurezza anti drone installato dal centro di ricerca.
Come ha scritto Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera, dopo una serie di accertamenti i magistrati hanno scoperto che si trattava di falsi positivi, ovvero di interferenze autogenerate dallo stesso sistema di sicurezza. La procura ha ricostruito che il colpevole è un amplificatore di segnale GSM installato in una villetta vicino al centro di ricerca da una famiglia perché in casa non prendeva il cellulare.
L’inchiesta è stata l’occasione per analizzare il sistema di sicurezza fornito dall’azienda tedesca Dedrone GmbH, che si basa su un software dell’azienda lettone Raw-Tech. Il software serve a confrontare le frequenze intercettate con quelle di un database per identificare il drone di passaggio. L’allarme era scattato perché il software aveva trovato le frequenze di un drone ZALA 421, dalla ZALA Aero Group, sottoposta a sanzioni europee dopo l’invasione dell’Ucraina. Era stato ipotizzato tra le altre cose che il drone potesse essere equipaggiato con telecamere e strumentazioni capaci di riprendere gli obiettivi nei minimi dettagli anche di notte.
L’azienda lettone ha spiegato che è stato intercettato il segnale dell’amplificatore GSM probabilmente perché il software non era stato riavviato periodicamente, come consigliano le istruzioni. Quando viene usato di continuo, il sistema rischia di elaborare e riconoscere le frequenze in modo sbagliato, aumentando la possibilità di falsi positivi o comunque di errori.
È stato chiarito anche un altro particolare che aveva alimentato sospetti, e cioè la presenza davanti al centro di ricerca di una Cadillac di un uomo che dall’analisi dei tabulati telefonici risultava in contatto con 14 utenze russe. La procura ha ricostruito che si trattava di un imprenditore in contatto con russi proprietari di alcune ville della zona.



