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  • Domenica 21 dicembre 2025

La Francia costruirà una nuova portaerei

Anche per mostrare la «potenza della nazione», dice Emmanuel Macron: è un mezzo costoso, pochi paesi possono permetterselo

La pista di decollo della portaerei francese Charles de Gaulle a Manila, nelle Filippine, nel febbraio del 2025. (AP Photo/Joeal Calupitan)
La pista di decollo della portaerei francese Charles de Gaulle a Manila, nelle Filippine, nel febbraio del 2025. (AP Photo/Joeal Calupitan)
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Il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato sabato di aver autorizzato l’inizio dei lavori per la costruzione di una nuova portaerei, che dovrà sostituire quella oggi in dotazione alla Marina militare: entrerà in servizio nel 2038 e secondo Macron dovrà essere una «dimostrazione della potenza della nazione». Le portaerei sono navi enormi, molto costose sia in fase di costruzione che di mantenimento. I paesi che possono permettersele e che hanno deciso di investire per possederle sono meno di dieci al mondo.

Negli ultimi anni in ambienti militari la loro effettiva utilità è discussa, soprattutto nei nuovi contesti bellici: restano strumenti importanti per operare dove gli eserciti non abbiano basi militari proprie o alleate, ma sono anche obiettivi “facili” per gli eserciti nemici e hanno quindi bisogno di gruppi navali di accompagnamento e di difese antimissilistiche avanzate. Lo stesso generale capo di stato maggiore francese Fabien Mandon ha detto che «non ci si può accontentare di riprodurre uno strumento che è stato concepito alla metà del secolo scorso».

La Francia attualmente ha una sola portaerei, la Charles de Gaulle, operativa dal 2001 e la cui costruzione è durata 15 anni. Quella che la sostituirà sarà dello stesso tipo: definita di “grande dislocamento”, a propulsione nucleare, con sistema di lancio “a catapulta”, che permette il decollo anche di aerei pesanti. Peserà circa 80mila tonnellate e sarà lunga circa 310 metri (la Charles de Gaulle pesa circa la metà ed è lunga 261 metri). Avrà un equipaggio di duemila persone e potrà imbarcare 30 aerei da combattimento. Si tratterà insomma di una portaerei simile a quelle in dotazione alla marina statunitense (che ne ha 11).

Il modellino della nuova portaerei al Salone delle armi Euronaval di Parigi, nel 2024 (AP Photo/Michel Euler)

Oltre a Stati Uniti e Francia, i paesi che possiedono portaerei militari sono la Cina (3), il Regno Unito, l’India, la Spagna e l’Italia. La Russia aveva una portaerei, la Kuznetsov, ma non è operativa dal 2017. Spagna e Italia hanno modelli più piccoli, mentre un’altra decina di paesi hanno a disposizione portaeromobili, che nella maggior parte dei casi possono imbarcare solo elicotteri e droni. L’Italia ha una portaerei vera e propria, la Cavour, e la nave d’assalto anfibio Trieste: entrambe possono operare con i caccia, non con aerei più pesanti, che hanno bisogno di piste più lunghe per il decollo.

La portaerei Charles de Gaulle a Atene nel 2022 (Costas Baltas/Pool via AP)

La Francia deciderà nel 2029 se l’attuale portaerei, la Charles-de-Gaulle, potrà restare operativa oltre il 2038, affiancando almeno temporaneamente quella nuova. Macron ha annunciato il via alla costruzione della nuova nave, a cui lavoreranno 800 imprese fornitrici, ad Abu Dhabi, dicendo che «in tempi di predatori, dobbiamo essere forti per essere temuti». In Francia una parte dell’opinione pubblica e dei partiti di centro e di sinistra aveva chiesto che la costruzione fosse posticipata, viste le condizioni economiche complesse e il forte indebitamento dello stato.

Non tutti gli esperti sono d’accordo nel ritenere che l’investimento per una portaerei sia sempre opportuno: il nuovo mezzo francese dovrebbe costare intorno ai dieci miliardi di euro. Le portaerei devono essere accompagnate da cacciatorpedinieri, fregate, sottomarini e navi logistiche, hanno costi di gestione molto alti, non sono adatte a tutti gli scenari di guerra e sono obiettivi molto visibili per i nemici. Potenzialmente un missile da alcuni milioni di euro può compromettere un mezzo che vale miliardi di euro. Restano però basi militari mobili strategicamente utili e strumenti di deterrenza importanti.