• Italia
  • Mercoledì 17 dicembre 2025

Cosa è pronto e cosa no per le Olimpiadi di Milano Cortina

Ci sono ancora molti cantieri in corso, le opere già concluse sono poche e alcune saranno pronte per le gare ma non proprio complete

La gara di Coppa del Mondo di bob a Cortina d'Ampezzo, 22 novembre 2025 (AP Photo/Andrew Medichini)
La gara di Coppa del Mondo di bob a Cortina d'Ampezzo, 22 novembre 2025 (AP Photo/Andrew Medichini)
Caricamento player

La nuova funivia per migliorare l’accesso alla storica pista Stelvio di Bormio, su cui si terranno le gare di sci alpino maschile e di scialpinismo, non sarà pronta per l’inizio delle Olimpiadi di Milano Cortina, in programma dal 6 al 22 febbraio 2026. Anche se non era tra le opere considerate essenziali per l’evento (c’è già una funivia per arrivare alla Stelvio), nel 2024 si era previsto comunque di poterla completare entro la fine di questo dicembre. Poi la data di conclusione dei lavori è slittata in avanti di oltre 400 giorni, finendo a febbraio del 2027. L’assessora comunale al Turismo e allo Sport e referente per le Olimpiadi Samanta Antonioli dice che tutte le procedure amministrative sono state completate e che i lavori cominceranno il prossimo marzo.

Il cantiere della funivia di Bormio è solo uno dei molti che negli ultimi dodici mesi hanno subito modifiche rispetto ai piani iniziali, tra quelli aperti per le Olimpiadi invernali. Sono interventi per costruire o riqualificare gli impianti sportivi dove si terranno gare ed eventi, e per le infrastrutture necessarie a raggiungere i molti luoghi sede di questi Giochi, principalmente strade e ferrovie. I posti principali saranno otto, in Lombardia, Veneto e Trentino: Milano (con anche i comuni di Rho e Assago), Cortina d’Ampezzo, Bormio, Livigno, Tesero, Predazzo, Anterselva e Verona.

Simico, la società responsabile della costruzione degli impianti e di molte infrastrutture per le Olimpiadi invernali 2026, gestisce la gran parte dei cantieri. In tutto quelli del suo piano sono 98, suddivisi all’incirca a metà tra impianti sportivi e infrastrutture come strade, ferrovie, parcheggi. Le opere considerate indifferibili, cioè quelle essenziali per la riuscita delle Olimpiadi, sono 36. Sono per la maggior parte interventi per realizzare o riqualificare gli impianti dove si terranno le gare, come le piste da sci a Livigno, lo stadio di biathlon ad Anterselva e il Cortina Sliding Centre, la nuova pista da bob di cui si è discusso molto negli ultimi anni, che è già stata usata, a Cortina d’Ampezzo.

Sul sito di Simico c’è una piattaforma che mostra lo stato di avanzamento dei lavori. Al momento risultano 16 opere concluse e 51 in corso. Ci sono poi altri 28 interventi in fase di progettazione per cui i lavori devono ancora essere assegnati, e altri tre sono in fase di gara: sono perlopiù progetti che riguardano strade e ferrovie, che si era già previsto di terminare ben dopo la fine dei Giochi.

È però molto probabile che oggi le cose non stiano esattamente così, perché l’ultimo aggiornamento disponibile sull’avanzamento dei lavori (quello mostrato sulla piattaforma di Simico) risale al 31 ottobre. Mancano circa 50 giorni all’inizio delle Olimpiadi ed è quindi del tutto plausibile che in questo mese e mezzo alcuni cantieri che risultano ancora aperti siano in realtà stati completati. I giornali locali stanno seguendo gli sviluppi dei singoli progetti, ma ricostruirli tutti è complicato perché i racconti sono frammentati, gli enti locali spesso non sanno dare informazioni precise perché non sono responsabili direttamente dei cantieri, e i dati aggiornati dei progetti devono ancora essere pubblicati. Chi può comunque sta cercando di accelerare i lavori per completare in tempo le opere.

È il caso per esempio del nuovo impianto di innevamento e di quello per il cronometraggio della pista Stelvio a Bormio, che sono stati completati come da piani nelle scorse settimane. Anche a Tesero, la località in Val di Fiemme dove ci sarà lo sci di fondo (in provincia di Trento), i lavori per la riqualificazione del Cross-Country Skiing Stadium sono a buon punto: le infrastrutture fisse sono pronte ed entro metà gennaio si prevede di posizionare quelle mobili, che tra le altre cose comprendono le tribune e tutto il sistema di cavi per le televisioni che trasmetteranno l’evento.

Tra quelli ancora in corso a fine ottobre ci sono 33 opere cosiddette di “legacy”, cioè che rimarranno come lascito ai territori (soprattutto strade e ferrovie). I lavori di “legacy” sono peraltro quelli più costosi e ricevono la maggior parte dei circa 3,5 miliardi di euro con cui sono finanziate le 98 opere gestite da Simico. La regione in cui sono investiti più soldi complessivamente è il Veneto (1,42 miliardi di euro), seguita dalla Lombardia (1,39 miliardi).

– Leggi anche: Come cambierà l’Arena di Verona con le Olimpiadi invernali

Anche molte opere considerate essenziali risultavano ancora in corso a fine ottobre. Simico fa sapere che i tempi di molti interventi si sono allungati per questioni legate alle autorizzazioni e ai documenti da ottenere prima di aprire un cantiere. Assicura però che le 36 opere essenziali saranno pronte per i Giochi. Martedì anche il ministero dei Trasporti ha detto che gli interventi funzionali alle Olimpiadi sono «in larga parte allineati ai cronoprogrammi aggiornati e procedono secondo le pianificazioni condivise».

Il cronoprogramma, cioè la pianificazione temporale degli interventi, è in effetti cambiato parecchio nel corso dei mesi. Come ha analizzato Open Olympics 2026, una rete formata da varie associazioni che da mesi stanno sorvegliando l’andamento dei lavori, tra il 2024 e il 2025 è stata posticipata la previsione della fine dei lavori per 72 opere. In alcuni casi si è trattato di pochi giorni, in altri i tempi si sono allungati di mesi o addirittura di più di un anno.

Ad agosto si è deciso di provare ad anticipare la conclusione di alcuni interventi che non erano previsti per le Olimpiadi ma si è ritenuto fossero utili lo stesso. Queste opere, che includono parcheggi vicino agli impianti, tratti stradali, interventi per sistemare i villaggi olimpici e i luoghi di gara (piste e stadi, per intenderci), saranno sostanzialmente messe a disposizione a febbraio con tutto il necessario per la riuscita dell’evento, e in parte saranno finite nei mesi successivi: pronte per le gare ma incomplete, insomma.

In questa categoria di opere c’è anche la funivia Apollonio-Socrepes, in costruzione ora a Cortina d’Ampezzo: è uno degli interventi più contestati, perché viene fatto in un’area franosa e dove in effetti c’è stata una frana di recente, ma che comunque sta procedendo. In un articolo uscito martedì su Repubblica il giornalista Giampaolo Visetti, che è andato a Cortina, ha scritto che non era ancora stato posato neanche un pilone, ma che comunque Simico confida di collaudare l’impianto entro fine dicembre.

I lavori all’Arena Santa Giulia a Milano, dove ci saranno le gare di hockey, 15 gennaio 2025 (AP Photo/Luca Bruno)

Un altro esempio simile (anche se non è gestito da Simico, ma da società private) è il PalaItalia nel quartiere di Santa Giulia a Milano, dove si giocheranno le partite di uno degli sport più attesi e seguiti di queste Olimpiadi, l’hockey su ghiaccio: le società che si stanno occupando del progetto hanno già fatto sapere che non faranno in tempo a costruire le strade e le infrastrutture permanenti che serviranno per arrivarci. Il comune sta quindi investendo più di 7 milioni di euro (non previsti inizialmente) per fare strade provvisorie che verranno usate solo per le Olimpiadi e poi smantellate. Al momento non si può dire se e quanto la parte esterna del PalaItalia risulterà incompiuta e manchevole, sia nell’impressione che ne avranno i visitatori che rispetto al progetto iniziale.

Simico elabora le informazioni sui cantieri ogni 45 giorni e aggiorna i dati all’incirca nella settimana successiva: il prossimo aggiornamento dovrebbe arrivare a fine anno, sempre sulla piattaforma Open Milano Cortina, che è stata in verità realizzata dalla società proprio su sollecitazione delle associazioni che chiedevano più trasparenza sui progetti.

Nel piano ci sono anche opere che hanno poco o nulla a che fare con gli eventi sportivi, e sono state fondamentalmente sbloccate o accelerate grazie alle Olimpiadi: un esempio è il progetto per la variante di Vercurago, un piccolo comune in provincia di Lecco, in Lombardia, che punta a migliorare la viabilità tra Lecco e Bergamo. Non c’entra niente con i Giochi, ma è l’ultimo cantiere che sarà completato tra quelli nel piano delle opere di Simico, nel 2033.

Oltre alle opere del piano di Simico ci sono altri interventi gestiti dalle singole regioni. La Lombardia ha creato una piattaforma in cui si possono vedere tutti quelli in corso nel suo territorio: sono 78, inclusi quelli di Simico, e complessivamente costano più di 5,4 miliardi di euro. Ci sono quindi dei finanziamenti aggiuntivi rispetto ai 3,5 miliardi di euro delle opere gestite da Simico. Tra questi ci sono i circa 13 milioni di euro della Lombardia che sono serviti a realizzare lo Stelvio Olympic Ski Center di Bormio, inaugurato a inizio dicembre, e gli oltre 220 milioni di euro per la variante di Tirano, una tangenziale in provincia di Sondrio quasi al confine con la Svizzera ritenuta importante per la gestione del traffico in Valtellina durante le gare, che non sarà pronta per tempo.

– Leggi anche: La pista olimpica per l’hockey di Milano Santa Giulia è troppo corta?