Sono state arrestate nove persone accusate di aver gestito un sistema di truffe da 30 milioni di euro

una veduta aerea del duomo di firenze la sera
Il duomo di Firenze (ANSA/FABIO MUZZI)

La procura di Brescia sta indagando su un gruppo di persone accusate di aver creato un giro di truffe riuscendo tramite frodi informatiche a farsi pagare fatture false dal valore stimato in 30 milioni di euro. L’indagine è iniziata dopo la denuncia della onlus Opera di Santa Maria del Fiore, che gestisce il Duomo di Firenze, il campanile di Giotto e il battistero di San Giovanni, che aveva subito una truffa da oltre un milione e mezzo di euro. Giovedì nove persone sono state arrestate in varie città italiane: devono rispondere a vario titolo dei reati di emissione di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio e autoriciclaggio.

Sempre mercoledì gli agenti della polizia di Stato hanno effettuato 21 perquisizioni e sequestrato oltre 500mila euro in contanti.

Secondo la procura di Brescia le persone indagate avrebbero riciclato grosse somme di denaro ottenuto tramite fatture false. In estrema sintesi, il sistema avrebbe funzionato in questo modo: le imprese o le società truffate (tra cui l’Opera di Santa Maria del Fiore) avrebbero effettuato bonifici per pagare varie attività su conti intestati a società fasulle; queste società avrebbero trasferito i soldi su conti all’estero, per ostacolare la tracciabilità, e poi le persone a capo del sistema di truffe li avrebbero restituiti in contanti alle altre persone coinvolte, trattenendo una commissione.

Tutta l’indagine nasce dalla denuncia fatta dall’Opera di Santa Maria del Fiore nell’agosto del 2024, che era stata truffata nell’ambito di un intervento di restauro. Più nel dettaglio la onlus aveva fatto un bonifico a una ditta poi risultata inesistente per un lavoro di restauro del Complesso Eugeniano di Firenze. Le indagini hanno individuato poi una serie di conti correnti, italiani e internazionali, riconducibili in particolare a due fratelli italiani, che per chi indaga sarebbero tra i responsabili del giro di truffe. Le altre persone arrestate hanno cittadinanza cinese, albanese e nigeriana.