L’ex presidente della Camera Irene Pivetti è stata condannata anche in appello per evasione fiscale e riciclaggio

Mercoledì la Corte d’appello di Milano ha confermato la condanna a 4 anni per l’ex presidente della Camera Irene Pivetti, accusata di evasione fiscale e riciclaggio. La condanna di primo grado era stata emessa a settembre del 2024 e Pivetti aveva fatto ricorso, dichiarandosi innocente: è probabile che lo farà ancora, dato che alla fine dell’udienza ha ribadito di nuovo la sua innocenza. È stata confermata nei suoi confronti anche la confisca di quasi 3,5 milioni di euro, già sequestrati in via preventiva tre anni fa durante le indagini.
Pivetti è accusata di aver effettuato alcune operazioni commerciali per un valore di circa 10 milioni di euro nel 2016 per riciclare denaro proveniente dall’evasione del fisco insieme al pilota di rally Leo Isolani e alla moglie Manuela Mascoli, a cui sono state confermate in appello le condanne a due anni di reclusione, con pena sospesa e non menzione sulla fedina penale. Secondo l’accusa, Pivetti avrebbe utilizzato una società a lei riconducibile, Only Italia, per acquistare la scuderia automobilistica Isolani Racing Team, di proprietà di Isolani, che era in debito con il fisco per 5 milioni di euro. L’operazione sarebbe però stata compiuta nascondendo al fisco alcuni beni, fra cui in particolare tre Ferrari Granturismo. La scuderia (di cui era rimasto praticamente solo il logo associato a Ferrari) sarebbe stata poi venduta al gruppo cinese Daohe a un prezzo molto più elevato, mentre le auto sarebbero state trasferite in Spagna con l’obiettivo di venderle.
Pivetti fu deputata fra il 1992 e il 2001 prima con la Lega e poi con un piccolo partito di centro, l’Unione Democratici per l’Europa (UDEUR). Fra il 1994 e il 1996 fu anche presidente della Camera dei deputati. Il processo per cui è stata condannata giovedì non è collegato a quello sull’importazione di mascherine durante la pandemia di coronavirus, che è in corso.


