Ora a Verona per visitare la “Casa di Giulietta” bisogna pagare 12 euro
Fino al 6 gennaio, per gestire il sovraffollamento dello spazio in cui è stato ricreato il celebre balcone della tragedia di Shakespeare

Dal 6 dicembre e fino al 6 gennaio il comune di Verona ha deciso di far pagare un biglietto di 12 euro con prenotazione obbligatoria per entrare nel cortile della celebre Casa di Giulietta, che prima era ad accesso libero: è un posto in cui è stata ricreata l’ambientazione di una scena molto nota di una delle più famose tragedie di William Shakespeare, Romeo e Giulietta, che è appunto ambientata a Verona. Anche se non ha un valore storico legato alla tragedia, ma è appunto un museo allestito appositamente, è uno dei posti più visitati della città e spesso molto affollato.
Fino al 6 gennaio è stato inoltre imposto un numero massimo di accessi giornalieri, è stata ridotta la capienza massima della Casa da 130 a 100 persone e le visite sono consentite per gruppi di 45 persone ogni 15 minuti. Per ora le nuove limitazioni non hanno impedito che i flussi di turisti fossero costanti e che il museo fosse sempre pieno.
La Casa di Giulietta si trova in una delle vie centrali della città, via Cappello, strada pedonale che corrisponde a un tratto dell’antico cardo massimo (cioè la strada principale) della Verona romana, che termina in piazza Erbe. È in una costruzione fortificata di impianto medievale che è stata oggetto, nel corso dei secoli, di numerosi interventi di restauro e ristrutturazione, passando per le mani di diversi proprietari. In origine l’edificio ospitava una locanda e alcune botteghe artigiane, poi, all’inizio del Novecento, venne in parte acquistata dal comune di Verona.
Nel 1939 Antonio Avena, direttore dei Musei Civici, promosse un intervento di restauro e di allestimento in stile neo-medievale interpretando il cortile come una quinta teatrale in cui ambientare le vicende di Giulietta e Romeo, protagonisti della tragedia di William Shakespeare a sua volta basata su una novella di Luigi da Porto, nobiluomo e scrittore vicentino. L’ambientazione veronese si ispira probabilmente alla Commedia di Dante Alighieri dove, nel canto VI del Purgatorio, sono ricordati i Montecchi e i Cappelletti, famiglie medievali in lotta tra loro. I Montecchi furono realmente un’antica e nobile famiglia veronese coinvolta nelle lotte di fazione del Duecento, mentre i Cappelletti (“Capuleti” nella tragedia di Shakespeare) erano una famiglia guelfa di Cremona, creduta però veronese all’epoca di da Porto.
Antonio Avena diede alla Casa un aspetto adeguato per ambientare il mito, che nel frattempo cominciò ad attrarre in città molti visitatori da tutt’Europa: la facciata della casa affacciata sul cortile venne modificata e venne costruito il balcone (quello da cui Giulietta nella tragedia pronuncia la famosa frase «O Romeo, Romeo, perché sei tu Romeo?»); l’interno venne completamente rifatto e le pareti dipinte con motivi che riproducevano quelli in uso nelle case nel Medioevo.

Il cortile della Casa di Giulietta, Verona, 14 febbraio 2017 (ANSA / MARIO POLI)
All’inizio degli anni Settanta, il nuovo direttore dei Musei Civici Licisco Magagnato allestì la Casa collocando nel cortile la statua in bronzo di Giulietta, creata dallo scultore veronese Nereo Costantini. E il primo giugno del 1973 la Casa di Giulietta venne aperta al pubblico attirando da lì in poi ogni anno milioni di turisti che, in attesa di entrare, sostano all’ingresso occupando e intasando via Cappello.
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Nel tempo il comune ha cercato varie soluzioni per risolvere il problema del sovraffollamento, facendo anche accordi temporanei con la società e la fondazione che gestiscono il Teatro Nuovo, adiacente al cortile dove si trovano statua e balcone, e consentire così un percorso di accesso alternativo proprio attraverso l’entrata del teatro.
Tuttavia quest’anno gli spettacoli e gli eventi programmati non hanno consentito questa soluzione. E dunque, per gestire in sicurezza i flussi turistici, il comune ha deciso di contingentare gli ingressi dalla sola via Cappello attraverso due distinti percorsi e due file distinguibili da un nastro rosso posto in strada: uno riservato ai visitatori della Casa di Giulietta muniti di biglietto, uno dedicato esclusivamente agli utenti del negozio di souvenir che, al suo interno, ha una porta che conduce direttamente al cortile. Nei primi giorni di questo nuovo regime ci sono stati però diversi disagi: assembramenti per strada, ingressi esauriti, rumorose lamentele dei turisti non informati che non sono riusciti a entrare.
La decisione del comune è stata criticata sia dalle opposizioni che dalle guide turistiche che hanno scritto una lettera aperta alla giunta di centrosinistra: «Dicembre, weekend a parte, è bassa stagione. Perché impedire l’accesso nei giorni lavorativi quando non ci sono file?». Le guide dicono che gran parte dei turisti non sono stati adeguatamente informati, che la comunicazione delle nuove regole è arrivata a pochi giorni dalla loro entrata in vigore e che l’imposizione improvvisa del biglietto ha messo in crisi i tour operator che avevano venduto i pacchetti per le visite già mesi fa.
A fronte delle critiche, l’amministrazione comunale ha difeso la propria scelta come l’unica percorribile. L’assessora alla cultura Marta Ugolini e l’assessora alla sicurezza Stefania Zivelonghi hanno spiegato che il piano ideale (l’ingresso posteriore attraverso il Teatro Nuovo) è saltato: «L’alternativa era chiudere del tutto il cortile per motivi di sicurezza. Siamo consapevoli dei disagi, abbiamo mediato fino all’ultimo con i privati, ma non abbiamo trovato disponibilità». Per evitare gli assembramenti in strada, l’assessora Zivelonghi non ha comunque escluso possibili cambiamenti: «Valuteremo anche la possibilità di istituire un senso unico pedonale in via Cappello nei momenti di maggior afflusso».



