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  • Sabato 6 dicembre 2025

Le responsabilità del governo ucraino nel favorire la corruzione

Secondo un'inchiesta del New York Times avrebbe avuto un ruolo importante nel grosso scandalo delle ultime settimane

Il monumento alla madrepatria a Kiev, al crepuscolo (AP/Julia Demaree Nikhinson)
Il monumento alla madrepatria a Kiev, al crepuscolo (AP/Julia Demaree Nikhinson)
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Da settimane in Ucraina è in corso un grosso scandalo politico che ha messo in difficoltà il governo e il presidente Volodymyr Zelensky. Otto persone, tra cui alcune molto vicine a Zelensky, sono state accusate di corruzione e di abuso d’ufficio. Secondo l’indagine della magistratura, le persone sospettate avrebbero fatto parte di uno schema di corruzione all’interno di Energoatom, l’azienda statale di energia nucleare.

L’inchiesta è un grosso problema per Zelensky, che ha preso diversi provvedimenti per limitare i danni, distanziandosi dalle persone coinvolte e cercando di rassicurare l’opinione pubblica e i governi stranieri sull’impegno dell’Ucraina nel prevenire la corruzione. Venerdì però il New York Times ha pubblicato un’inchiesta secondo cui il governo avrebbe grosse responsabilità: nel corso del tempo avrebbe indebolito di proposito i meccanismi anti corruzione, e in particolare il lavoro dei consigli di amministrazione che dovrebbero garantire la trasparenza delle aziende pubbliche.

Qui è necessario fare un passo indietro. Ancora prima dell’invasione russa del 2022, diversi governi stranieri che avevano iniziato ad aiutare finanziariamente l’Ucraina avevano anche iniziato a chiedere che le principali aziende pubbliche del paese fossero supervisionate da consigli di amministrazione formati da esperti stranieri indipendenti, oltre che da rappresentanti del governo ucraino.

La corruzione è infatti un problema molto diffuso in Ucraina: molti donatori stranieri insistevano perché i consigli venissero rafforzati e resi indipendenti, temendo che altrimenti gli amministratori delle aziende pubbliche avrebbero usato i fondi pubblici messi a disposizione in modo illecito.

Kiev, l'8 novembre 2025. (AP Photo/Julia Demaree Nikhinson)

Kiev, l’8 novembre 2025 (AP Photo/Julia Demaree Nikhinson)

Come regola generale, i consigli di amministrazione hanno poteri piuttosto ampi (possono monitorare le spese e nominare i dirigenti dell’azienda) e hanno un numero dispari di membri. Per assicurare che i consigli siano imparziali, i membri internazionali sono la maggioranza: quindi, di fatto, hanno il potere di ostacolare eventuali decisioni unilaterali dei rappresentanti ucraini. Tutti i membri dei consigli di amministrazione vengono nominati dal governo ucraino, ma gli esperti internazionali vengono scelti tra una lista di potenziali candidati individuati da agenzie internazionali.

Dopo il grosso scandalo di corruzione che ha riguardato Energoatom, il governo ha sostenuto che la responsabilità fosse del consiglio di amministrazione dell’azienda, che non avrebbe fatto bene il suo lavoro, e quindi avrebbe permesso che la corruzione si diffondesse. Quello che sostiene l’inchiesta del New York Times è che sarebbe stato proprio il governo a rendere disfunzionale il consiglio.

Il governo infatti ritardò per molto tempo la nomina dei componenti del consiglio, di fatto lasciando la direzione di Energoatom libera di lavorare senza controllo esterno. Quando il nuovo consiglio entrò in carica, a gennaio del 2025, uno degli esperti internazionali diede le dimissioni, lamentandosi di come era stata gestita l’azienda fino a quel momento. Senza di lui il consiglio era formato da quattro internazionali e da quattro rappresentanti del governo: era, quindi, senza una maggioranza.

Il governo però lasciò vacante il posto, secondo l’inchiesta del New York Times in modo deliberato, per impedire al consiglio di esercitare una sorveglianza efficace.

Ucraini a una protesta contro la corruzione, lo scorso luglio (AP/Alex Babenko)

Ucraini a una protesta contro la corruzione, lo scorso luglio (AP/Alex Babenko)

L’inchiesta del New York Times si basa sulla testimonianza di una ventina di funzionari ucraini e stranieri, che hanno fatto parte di consigli di amministrazione oppure hanno ci lavorato a stretto contatto. Oltre alle irregolarità nel caso di Energoatom, l’inchiesta racconta anche di come il governo abbia interferito con la gestione di altre due importanti aziende statali: l’azienda di elettricità pubblica, Ukrenergo, e l’Agenzia per gli appalti della Difesa (DPA), che si occupa di fornire droni, munizioni e attrezzature per l’esercito ucraino.

Nel caso di Ukrenergo il governo, e in particolare l’ex ministro per l’Energia, Herman Halushchenko, cercò di fare pressioni per controllare il lavoro del consiglio. Anche in questo caso, dopo che il posto di un esperto internazionale restò vacante, il governo rifiutò di nominarne uno nuovo, impedendo che i rappresentanti internazionali potessero votare contro quelli del governo e paralizzando il consiglio. Halushenko è tra le persone indagate per lo scandalo di corruzione a Energoatom: a luglio aveva lasciato il posto di ministro dell’Energia per diventare ministro della Giustizia, ma a novembre è stato sospeso.

Un soldato ucraino vicino a Bakhmut, nella regione di Donetsk, nel 2023

Un soldato ucraino vicino a Bakhmut, nella regione di Donetsk, nel 2023 (AP/Alex Babenko)

Per quanto riguarda la DPA, l’ex direttrice dell’agenzia Maryna Bezrukova ha raccontato che dal momento in cui venne istituita, nel gennaio del 2024, l’agenzia ha lavorato per lunghi periodi senza un consiglio di amministrazione funzionante, e che questo ha fatto sì che lei fosse più esposta alle pressioni dirette del ministero della Difesa. Tra le altre cose, il ministero la costrinse a firmare contratti discutibili, in un caso per esempio spingendola ad acquistare bombe da mortaio da un’azienda che non aveva la capacità tecnica di produrne di buone, e che si rivelarono in molti casi difettose. Bezrukova ha detto che secondo lei i consigli di amministrazione «sono solo un meccanismo di facciata», che non servono a impedire la corruzione.

Secondo la ricostruzione del New York Times, diversi funzionari e rappresentanti di governi occidentali sarebbero consapevoli dei problemi di corruzione in Ucraina, e delle pressioni del governo sulle aziende pubbliche. Il problema, però, è che per aiutare l’Ucraina a difendersi dall’aggressione russa non possono semplicemente fermare i finanziamenti, dai quali dipende la sopravvivenza del paese. Christian Syse, inviato speciale della Norvegia in Ucraina (la Norvegia è tra i principali finanziatori del paese), ha spiegato che «dobbiamo accettare il rischio», dal momento che l’Ucraina «sta difendendo l’Europa dagli attacchi russi».

Zelensky per ora non ha commentato direttamente l’inchiesta. Un suo collaboratore ha spiegato che le decisioni sui consigli di amministrazione non sono di competenza del presidente. Questo per lui è, molto probabilmente, uno dei momenti più complicati dall’inizio della guerra: oltre allo scandalo politico, c’è l’esercito russo che sta guadagnando territorio, e lo stato che rischia di rimanere senza soldi tra pochi mesi.