Lo Sri Lanka ci metterà parecchio a riprendersi dal ciclone Ditwah
Inondazioni e frane hanno compromesso i settori del turismo e dell'agricoltura e distrutto paesi, strade e ferrovie: più di 600 persone sono morte

Da giovedì in Sri Lanka ci sono intense piogge che stanno complicando le opere di pulizia e ricostruzione dopo che, la settimana scorsa, il ciclone Ditwah aveva causato le inondazioni più gravi dell’ultimo decennio. Almeno 607 persone sono morte, più di 200 sono ancora disperse, 50mila case sono state danneggiate e 170mila persone sono state sfollate. Circa un decimo dei 22 milioni di abitanti del paese è stato colpito in qualche modo degli effetti del ciclone, e i danni materiali sono enormi, anche superiori a quelli dello tsunami del 2004 (che però aveva causato decine di miglia di morti).
Inondazioni, frane, crolli di ponti e strade hanno compromesso due dei settori economici più importanti del paese, ossia il turismo e l’agricoltura, e due terzi della rete ferroviaria non sono più operativi. Una prima stima indica che per la ricostruzione serviranno 6 o 7 miliardi di dollari. La situazione economica dello Sri Lanka è già molto complessa: il paese è reduce dalla crisi del 2022, quando entrò ufficialmente in default, ossia lo stato di insolvenza in cui il governo di un paese non è più in grado di ripagare il proprio debito pubblico. La crisi aveva causato proteste violente e le dimissioni del governo.

I lavori per liberare un canale dai detriti alla periferia di Colombo, in Sri Lanka (EPA/CHAMILA KARUNARATHNE)
Interi paesi sono finiti sotto il fango e i detriti causati dalle frane nelle zone collinari. In parti della provincia Centrale, la più colpita, mancano ancora elettricità e connessione telefonica.
Sono state colpite anche aree turistiche nel periodo di “alta stagione”, che in Sri Lanka va da novembre a gennaio. Il turismo è la terza fonte di ricavi nel paese, dopo le rimesse provenienti dalle persone emigrate all’estero e il settore dell’abbigliamento. I risultati di quest’anno erano stati ottimi (i migliori dopo la pandemia), con oltre 2 milioni di presenze, che nelle previsioni sarebbero diventate 2,6 milioni entro fine dicembre. I turisti bloccati dalle inondazioni sono stati recuperati da voli straordinari e il governo sta cercando di rassicurare chi doveva arrivare, soprattutto per quel che riguarda le aree meno colpite del paese.

Una strada interrotta da una frana a Sarasavigama nella provincia di Kandy, Sri Lanka, il 1° dicembre 2025 (AP Photo/Eranga Jayawardena)
Un terzo della popolazione dello Sri Lanka lavora nel settore agricolo e più di 500 chilometri quadrati di campi, quasi un ventesimo del totale, sono stati distrutti dalle inondazioni, a poche settimane dalla semina delle risaie.

Un’area inondata della capitale Colombo (EPA/CHAMILA KARUNARATHNE)
Acqua e frane hanno rotto alcune dighe, causato il crollo di ponti e l’interruzione di strade e canali. I danni ai 1.000 chilometri di rete ferroviaria sono così gravi che le autorità a cui è stato affidato il coordinamento della ricostruzione hanno detto che sarà necessaria «l’assistenza tecnica da paesi stranieri» per ripararli.
Inoltre la crisi avviene in un momento in cui le maggiori agenzie che si occupano di aiuti internazionali, comprese quelle delle Nazioni Unite, sono alle prese con una riduzione consistente dei fondi a disposizione, causata soprattutto dai consistenti tagli ai finanziamenti decisi dall’amministrazione statunitense di Donald Trump.



