In Tunisia è stato arrestato un altro oppositore del presidente autoritario Kais Saied, dopo un processo contro diversi dissidenti

Ahmed Néjib Chebbi, 20 ottobre 2011 (AP Photo/Francois Mori)
Ahmed Néjib Chebbi, 20 ottobre 2011 (AP Photo/Francois Mori)

Giovedì in Tunisia è stato arrestato il politico di opposizione Ahmed Néjib Chebbi, che venerdì scorso era stato condannato in appello a 12 anni di carcere per aver complottato contro la sicurezza dello stato, in un processo in cui erano imputati 40 esponenti dell’opposizione tunisina. Chebbi ha 81 anni e fu un importante leader dell’opposizione durante la dittatura di Zine El Abidine Ben Ali (fra il 1987 e il 2011), e ora è il presidente del Fronte Nazionale della Salvezza, una coalizione di partiti che ha contribuito a fondare e che si oppone al presidente Kais Saied: sua figlia Haïfa Chebbi ha detto che la sua condanna ha motivazioni politiche.

Saied era stato eletto democraticamente nel 2019 ma negli anni successivi ha iniziato a governare in maniera sempre più autoritaria, prendendo di fatto il controllo delle istituzioni tunisine e limitando le libertà democratiche: ha sciolto il parlamento e il Consiglio superiore della magistratura (l’organo che ne garantiva l’indipendenza), e promosso una riforma molto criticata per modificare la Costituzione tunisina, che era stata scritta in seguito alle proteste delle cosiddette “Primavere arabe” del 2011. Nel 2024 Saied è stato rieletto con il 90,7 per cento dei voti, ma le elezioni sono state considerate una farsa. Negli anni molte persone che si opponevano al suo governo sono state condannate e incarcerate.

Nei giorni scorsi erano state arrestate anche altre due figure importanti dell’opposizione condannate nello stesso processo: l’avvocato Ayachi Hammami e l’attivista Chaïma Issa, che devono scontare rispettivamente una pena di cinque e una di vent’anni di carcere.