Lo stabilimento di Beko a Siena ha infine interrotto le attività dopo 58 anni

Venerdì, dopo 58 anni di attività, ha infine chiuso lo stabilimento di Siena dell’azienda di elettrodomestici turca Beko: nei prossimi mesi è in programma la sua trasformazione in un nuovo impianto industriale, come previsto da un accordo trovato mesi fa dalla stessa Beko, dal ministero delle Imprese e del Made in Italy e dai sindacati per evitare il licenziamento di tutti i lavoratori rimasti, che sono meno di 200.
L’accordo prevede che lo stabilimento sia riconvertito in un nuovo impianto industriale, reintegrando i lavoratori che nel frattempo verranno messi in cassa integrazione. Lo stabilimento è stato acquistato da Invitalia, società controllata dal ministero dell’Economia; il comune ha investito un milione e 700mila euro ed è stata creata una società, la “Sviluppo Industriale Siena Srl”, che dovrà ora trovare investitori interessati a presentare un piano industriale per riavviare l’impianto, che nel frattempo verrà rinnovato. Non ci sono indicazioni sui tempi.
La chiusura dello stabilimento di Siena, il più noto tra quelli di Beko in Italia anche per via delle proteste sindacali nella zona, si inserisce in una questione molto più ampia che riguarda l’intenzione dell’azienda, annunciata un anno fa, di chiudere i propri stabilimenti in Italia e di licenziare oltre 1.900 lavoratori. Ad aprile, dopo mesi di trattative, era stato raggiunto l’accordo tra azienda, governo e sindacati per evitare sia le chiusure degli stabilimenti che il licenziamento dei lavoratori.
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