La NATO sta valutando di rispondere alle provocazioni russe, dice il suo capo militare

Lo ha detto al Financial Times il presidente del comando militare Giuseppe Cavo Dragone, parlando di essere più «aggressivi»

Giuseppe Cavo Dragone (EPA/TOMS KALNINS/ANSA)
Giuseppe Cavo Dragone (EPA/TOMS KALNINS/ANSA)

Il presidente del comitato militare della NATO, l’italiano Giuseppe Cavo Dragone, ha detto in un’intervista al Financial Times che l’alleanza sta valutando di adottare nell’ambito della cosiddetta “guerra ibrida” un atteggiamento più aggressivo e deciso nei confronti della Russia. In quanto presidente del comitato militare, Cavo Dragone è sostanzialmente il direttore della struttura militare dell’Alleanza. In riferimento ai sabotaggi e agli attacchi informatici ricondotti direttamente o indirettamente alla Russia, Cavo Dragone ha detto:

Stiamo pensando alla possibilità di essere più aggressivi o proattivi invece che reattivi.

Cavo Dragone non parlava di attacchi militari diretti, ma di “guerra ibrida”, termine con cui si intende una strategia militare che fa affidamento su metodi di guerra non convenzionali, come attacchi informatici, sabotaggi, disinformazione, misure economiche, a volte accompagnati dall’uso della forza. Negli ultimi mesi l’utilizzo di strumenti di guerra ibridi contro l’Europa è notevolmente aumentato: ci sono stati attacchi informatici; sconfinamenti di droni e caccia russi nello spazio aereo europeo; sabotaggi di cavi sottomarini e altre misure volte ad aumentare la pressione sui paesi europei, soprattutto quelli dell’Europa dell’est.

Finora la risposta della NATO è stata, come dice Cavo Dragone, reattiva, e si è limitata a contenere gli attacchi e cercare di prevenire nuove minacce. Ma le provocazioni non si sono fermate, e soprattutto i paesi europei più esposti hanno cominciato a chiedere un approccio più deciso da parte della NATO.

L’ipotesi fatta da Cavo Dragone è che la NATO possa cominciare a prendere l’iniziativa e fare un «attacco preventivo» (sempre nell’ambito di misure ibride) per scoraggiare la Russia a portare avanti nuovi attacchi. Secondo Cavo Dragone, queste iniziative – che non sono state meglio specificate – costituirebbero comunque una forma di «difesa».

Cavo Dragone ha detto che questo genere di misure proattive «vanno oltre il modo di pensare» della NATO, che è un’alleanza difensiva. Ha aggiunto anche che nell’ambito della guerra ibrida il fatto che i paesi della NATO siano stati di diritto, dove vigono leggi ed etica, è un potenziale svantaggio davanti alla Russia, il cui regime autoritario può violare le leggi senza ripercussioni: «Non dico che [quella dei paesi NATO] è una posizione perdente, ma è più difficile di quella del nostro avversario».

La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha risposto alle parole di Cavo Dragone definendole parte di una «isteria anti Russia» e «un passo estremamente irresponsabile, che dimostra che l’alleanza è pronta a muoversi verso l’escalation».