Gli ultimi sviluppi del caso della “famiglia nel bosco”
Il padre ha infine accettato di trasferirsi temporaneamente in un'altra casa, mentre si attende l'esito del ricorso

La scorsa settimana e nel weekend ci sono stati alcuni sviluppi nella vicenda della cosiddetta “famiglia nel bosco”, come è diventata nota la storia di allontanamento di minori in cui sono coinvolti Nathan Trevallion, inglese di 51 anni, e sua moglie Catherine Birmingham, australiana di 45 anni. I tre figli della coppia erano stati messi in una casa famiglia con la madre per decisione del tribunale per i minorenni dell’Aquila il 13 novembre, e da allora il caso era diventato molto discusso, perché lo stile di vita agreste e all’apparenza semplice e “sano” della famiglia aveva attirato la solidarietà della popolazione locale, mobilitando anche la politica nazionale.
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Tra i motivi per cui i minori erano stati allontanati c’erano l’atteggiamento poco collaborativo dei genitori e le condizioni inadeguate della casa, che si trova a Palmoli, in provincia di Chieti, in Abruzzo. Nel weekend Trevallion ha accettato infine di trasferirsi in una casa offerta in comodato d’uso a lui, a sua moglie e ai loro tre figli da un ristoratore. Lo ha fatto alla presenza di fotografi e telecamere, per dire delle attenzioni che si sono generate intorno alla loro storia.
La casa si trova molto vicino alla piccola casa in cui fino a dieci giorni fa la famiglia viveva, prima che il tribunale per i minorenni dell’Aquila sospendesse la responsabilità genitoriale. La coppia vorrebbe poter abitare lì con i bambini, che ora si trovano in una casa famiglia con la madre, in attesa che sia completata la ristrutturazione della loro casa.
Trevallion ha firmato il contratto sabato e ha cominciato a trasferirsi. La nuova casa è di proprietà di Armando Carusi, proprietario di un ristorante a Ortona ma originario della zona di Palmoli. Nei giorni scorsi Carusi ha spiegato di averla messa a disposizione «perché la famiglia possa riunirsi. […] Anch’io quando ero piccolo vivevo come loro, senza acqua corrente, senza termosifoni e con il bagno a secco all’esterno». Intanto gli avvocati della famiglia, Marco Femminella e Danila Solinas, hanno fatto ricorso contro l’ordinanza del tribunale. La Corte d’appello dell’Aquila ha sessanta giorni di tempo per pronunciarsi. Intanto il tribunale per i minorenni ha fissato un incontro con la coppia e gli avvocati per giovedì 4 dicembre.
Non si sa per ora se e quando la famiglia al completo potrà trasferirsi nella nuova casa. Gli avvocati puntano alla revoca del provvedimento del tribunale per i minorenni e chiedono di sospendere immediatamente il provvedimento di allontanamento: la disponibilità della casa di Carusi rende, secondo loro, «non più attuale l’esigenza di allontanare i minori». L’inadeguatezza della casa dove la famiglia viveva fino al 20 novembre, senza corrente elettrica e con un bagno a secco all’esterno, è tuttavia solo uno degli elementi su cui si basa l’ordinanza che ha disposto la sospensione della responsabilità genitoriale e l’allontanamento dei tre bambini.
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Secondo la legge italiana l’allontanamento di un minore può essere deciso se ci sono condizioni abitative inadeguate, difficoltà nel percorso educativo o forti conflitti familiari. Negli articoli del codice civile che stabiliscono specifici strumenti di tutela del minore viene esplicitato che i provvedimenti adottati dal giudice sono revocabili in qualsiasi momento, se la responsabilità genitoriale non è decaduta (come in questo caso: quella di Trevallion e Birmingham è stata sospesa, quindi soltanto limitata).
Al momento i genitori hanno perduto tutti i diritti e i doveri derivanti dalla responsabilità genitoriale. L’articolo 332 dice comunque che il giudice, quando cessano le ragioni per le quali la decadenza è stata stabilita, possa ripristinare la responsabilità genitoriale decaduta.
Secondo l’ordinanza, Trevallion e Birmingham si sono rifiutati di partecipare agli incontri di «supporto alla genitorialità» concordati con gli assistenti sociali. Hanno inoltre chiesto di ricevere 50mila euro per ciascun figlio allo scopo di sottoporli agli accertamenti sanitari richiesti dalla pediatra, che quindi non sono stati svolti. Il quotidiano abruzzese il Centro, che ha parlato con gli avvocati della coppia, scrive che quest’ultima questione sarebbe in realtà stata originata da un’incomprensione.
L’ordinanza fa poi riferimento anche alla questione educativa e psicologica dei bambini: per i giudici i bambini rischierebbero una «deprivazione» di confronto tra pari che, secondo la letteratura scientifica, ha conseguenze significative sullo sviluppo di competenze sociali, emotive e cognitive, specialmente nell’età tra 6 e 11 anni (i figli della coppia sono due gemelli di 6 anni e una bambina di 8 anni). I genitori sostengono che non vivessero isolati, e gli avvocati stanno infatti raccogliendo una serie di testimonianze per provarlo. Inoltre, vogliono provare che i bambini stavano seguendo regolarmente un percorso di istruzione parentale, detta anche homeschooling, prevista dalla legge italiana entro certe regole.
L’ordinanza parla anche di «nuove condotte genitoriali inadeguate» e cita la partecipazione dei figli alla trasmissione televisiva Le Iene. Questo episodio è stato segnalato dai giudici come una violazione della privacy dei bambini, sulla base di norme nazionali e internazionali che vietano di divulgare dati idonei a identificare i minori nei procedimenti giudiziari. I genitori, con il loro comportamento, avrebbero insomma mostrato di strumentalizzare i propri figli allo scopo di ottenere un risultato processuale a loro favorevole. Nel ricorso gli avvocati sostengono che si sia trattato solo di un tentativo di mostrare la quotidianità della famiglia, in un momento di fragilità.
Nei giorni scorsi l’avvocato che seguiva la coppia, Giovanni Angelucci, aveva fatto sapere di avere rinunciato all’incarico, dicendo tra le altre cose che i coniugi avevano rifiutato molte sue proposte per provare a risolvere la situazione. Tra queste ci sarebbe anche l’offerta di un’altra casa, sempre gratuitamente, da parte del sindaco di Palmoli Giuseppe Masciulli. Trevallion e Birmingham hanno negato di aver rifiutato l’aiuto di privati e istituzioni, e tramite i loro avvocati hanno sostenuto di avere revocato loro l’incarico ad Angelucci.
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