È stata interrotta dopo 13 giorni la protesta in cima a un silo degli operai di un’azienda russa colpita da sanzioni in Sardegna

Alcuni degli operai saliti sul silo, il 18 novembre (ANSA)
Alcuni degli operai saliti sul silo, il 18 novembre (ANSA)

Gli operai dell’azienda Eurallumina di Portovesme, nel sudovest della Sardegna, che erano da 13 giorni in cima a un silo di 40 metri per protestare contro la possibile chiusura della fabbrica, legata alla Russia e per questo colpita da sanzioni, sono scesi dopo la visita dello stabilimento da parte della ministra del Lavoro, Marina Calderone. L’assemblea dei lavoratori ha giudicato positivamente l’incontro, e la ministra (che è sarda) ha dichiarato la propria solidarietà, ma non è chiaro quali impegni il governo abbia eventualmente preso per affrontare la situazione. La mobilitazione dei lavoratori comunque proseguirà almeno fino al 10 dicembre, quando è previsto un incontro con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.

La Eurallumina è di proprietà della UC Rusal, una grossa società russa produttrice di alluminio. Nel 2023 il suo patrimonio è stato congelato per via delle sanzioni europee alla Russia. In questi anni la UC Rusal ha continuato a pagare le spese della Eurallumina, ma ha detto che dal 31 dicembre smetterà di farlo per esaurimento dei fondi: i lavoratori hanno quindi chiesto l’intervento del governo. Negli ultimi anni l’Eurallumina non ha prodotto niente, ma non è ferma del tutto: ci lavorano ancora decine di persone, che tengono attivi gli impianti e un sistema idraulico per evitare l’inquinamento delle falde acquifere circostanti.

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