L’ex presidente peruviano Pedro Castillo è stato condannato a 11 anni di carcere

Giovedì la Corte suprema del Perù, il più alto tribunale del paese, ha condannato a 11 anni, cinque mesi e 15 giorni di carcere l’ex presidente Pedro Castillo, per aver cercato di sciogliere il Congresso, il parlamento unicamerale del paese, poche ore prima che si votasse per una richiesta di impeachment (cioè proprio la rimozione dall’incarico, in questo caso a seguito di alcune accuse di corruzione). La Corte suprema lo ha condannato per il reato di ribellione, cioè l’utilizzo di vari tipi di violenza per sovvertire l’assetto costituzionale del paese. Castillo, un ex insegnante di sinistra di ispirazione marxista che non aveva mai fatto il politico prima, fu rimosso dal suo incarico e poi arrestato nel 2022.
Il tentativo di Castillo di sciogliere il Congresso, e la sua successiva sostituzione con Dina Boluarte, sua vicepresidente (che lo aveva accusato di aver tentato un «colpo di stato»), avevano aggravato la crisi politica in corso in Perù, paese che in poco più di quattro anni aveva avuto sei presidenti e dalle condizioni economiche precarie e instabili. L’arresto di Castillo aveva provocato settimane di proteste in molte città del paese, in cui erano morte decine di persone.


