Il biathlon cerca il suo nuovo campione
Nella stagione olimpica, la prima senza nessuno dei tre che hanno vinto 17 delle ultime 25 Coppe del Mondo

La stagione di biathlon che inizia sabato 29 novembre a Oestersund, in Svezia, sarà la prima senza Johannes Thingnes Boe, ritiratosi a 31 anni al termine della scorsa stagione. Boe è stato uno dei più grandi atleti di sempre: altri due – il francese Martin Fourcade e il norvegese Ole Einar Bjoerndalen – si erano ritirati nel 2020 e nel 2018, quando Boe già gareggiava e vinceva. Dal 2000 Boe, Fourcade e Bjoerndalen hanno vinto 17 Coppe del Mondo su 25, e dal 2018 in avanti Boe ne ha vinte 5 su 7.
Così come in molti sport anche nel biathlon, che combina due discipline molto diverse come lo sci di fondo e il tiro a segno, la mancanza di un dominatore prevedibile – un campione – è allo stesso tempo una grande opportunità e un grande rischio.
L’ideale sarebbe avere un grande duello (o ancora meglio un triello, come a volte è successo nel biathlon con Boe, Fourcade e Bjoerndalen). In assenza di una grande e chiara rivalità, come quella nel tennis tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, c’è però spazio per chiedersi se sia meglio un grande e unico dominatore oppure un maggiore equilibrio, con più atleti a spartirsi le vittorie. A volte, dopo un grande dominio, specie se di un atleta molto mediatico e riconoscibile, accade infatti che il pubblico si disaffezioni, un po’ come successo nel motociclismo dopo il ritiro di Valentino Rossi.
Ora che non c’è più Boe (ritiratosi insieme con il fratello Tarjei, di cinque anni più anziano) alcuni atleti potrebbero maturare ulteriormente, e la loro rivalità aiutare lo sport a continuare la grande espansione che sta avendo in questi anni. È però anche possibile che l’assenza di Boe possa togliere un po’ di interesse verso il biathlon.

Johannes Thingnes Boe (o Bø, come scrivono in Norvegia) con il fratello Tarjei, anche lui atleta, durante una cerimonia di tributo per il loro ritiro, il 23 marzo 2025 a Oslo, Norvegia (Grega Valancic/VOIGT/GettyImages)
Boe aveva annunciato a sorpresa il suo ritiro a gennaio, prima della fine della stagione, rinunciando alle Olimpiadi del 2026 per le quali era già considerato un favorito. E nemmeno aveva vinto la Coppa del Mondo 2024-25, vinta dal suo connazionale Sturla Holm Laegreid, che ha 28 anni ed è tra i favoriti per rivincerla anche quest’anno.
Tra chi potrebbe prendersi un bel pezzo di spazio lasciato da Boe c’è l’italiano Tommaso Giacomel, che ha 25 anni e lo scorso anno è arrivato sesto nella classifica generale di Coppa del Mondo grazie a diversi podi e alla sua prima vittoria ai massimi livelli.

Tommaso Giacomel a marzo a Pokljuka, Slovenia (Kevin Voigt/GettyImages)
Con Laegreid e con Giacomel tra i favoriti c’è anche il francese Eric Perrot, che ha 24 anni ma per vincere dovrà migliorare la sua precisione al tiro, dopo che nella scorsa stagione è stata pari a circa il 90 per cento di bersagli colpiti. Per quanto possa apparire alta, specialmente se ottenuta nell’arco di un’intera stagione, per vincere la Coppa del Mondo è spesso necessario fare meglio. L’anno scorso Laegreid ha vinto con una percentuale del 93 per cento.
Nel biathlon i bersagli sono a una distanza di 50 metri dalla piazzola di tiro e in ogni gara le sessioni di tiro avvengono da sdraiati, con un bersaglio largo 4,5 centimetri, e da in piedi, con un bersaglio da 11 centimetri. In ogni sessione bisogna colpire 5 bersagli e a seconda del tipo di gara le sessioni possono essere due o quattro. In quasi tutte le tipologie di gara ogni errore comporta l’obbligo di percorrere un giro di penalità di 150 metri, che in genere viene fatto in 20-25 secondi (nella gara “individuale” non sono previsti giri di penalità e ogni errore invece aggiunge un minuto sul tempo finale).
È soprattutto per questi elementi, che prescindono molto dalla semplice forma fisica che riguarda lo sci di fondo, che il biathlon è spesso imprevedibile, cosa che rende ancora più notevoli domini come quelli di Boe, Fourcade e Bjoerndalen. Viste le altissime percentuali di efficacia richieste per vincere, basta un errore imprevisto o un periodo con più errori del solito per finire anche molto lontani dalle prime posizioni.
Per il successo di uno sport non è comunque imprescindibile avere un campione, o una campionessa. Nelle ultime stagioni della Coppa del Mondo di biathlon femminile, il cui calendario stagionale anche quest’anno sarà lo stesso di quella maschile, l’assenza un’atleta nettamente superiore alle altre ha garantito imprevedibilità nei risultati. Le ultime sei Coppe del Mondo sono state vinte da sei atlete diverse, e tre di queste vincitrici hanno vinto all’ultima gara della stagione. Nel 2025 la Coppa del Mondo si è decisa addirittura negli ultimi metri dell’ultima gara.
Tra le donne le atlete più attese sono la tedesca Franziska Preuss, che ha vinto lo scorso anno, la francese Lou Jeanmonnot e la svedese Elvira Oeberg. Ci sarà anche il ritorno in gara di Lisa Vittozzi, italiana di 30 anni, che ha saltato tutta l’ultima stagione per motivi di salute, dopo che aveva vinto la Coppa del Mondo nel 2023-24.
In gara ci sarà anche Dorothea Wierer, la più forte biatleta italiana di sempre. Wierer ha 35 anni, ha vinto due volte la Coppa del Mondo (nel 2019 e nel 2020) e questa sarà la sua ultima stagione. Tuttavia, è molto probabile che Wierer, come anche Vittozzi, abbia impostato la preparazione fisica non tanto per essere performante in tutte e 9 le tappe di Coppa del Mondo, ma per arrivare al massimo della forma alle Olimpiadi di Milano Cortina, le cui gare di biathlon saranno ad Anterselva, il paese da cui Wierer proviene.
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