La fuga di Elia Del Grande è durata due settimane
Era scappato da una struttura di Modena ed è stato trovato nel paese dove nel 1998 uccise i genitori e il fratello

Elia Del Grande è stato trovato mercoledì sera dopo due settimane di fuga da una struttura di Modena che ospita persone ritenute socialmente pericolose. I carabinieri lo hanno trovato a Cadrezzate, in provincia di Varese, dove nel 1998 uccise i genitori e il fratello. Le forze dell’ordine lo hanno sempre cercato in quella zona, l’unica che Del Grande conosce così bene da poter sfuggire a una ricerca serrata. Gli investigatori hanno detto che nelle ultime due settimane si è spostato tra i boschi e si è servito perfino di un pedalò per spostarsi sul lago di Monate. Probabilmente è stato aiutato da qualche conoscente.
Del Grande ha 50 anni. Nel 1998, quando uccise la sua famiglia, ne aveva 22: all’epoca disse di averlo fatto perché i suoi genitori non approvavano la sua relazione con una ragazza originaria di Santo Domingo. Sparò un colpo di fucile a ciascuno dei suoi genitori e due colpi al fratello. Tentò poi di scappare in Svizzera, ma fu fermato al confine e confessò. Il triplice omicidio di Cadrezzate è conosciuto anche come la “strage dei fornai”, perché la famiglia Del Grande era proprietaria di un panificio in paese.
Per l’omicidio della sua famiglia Elia Del Grande fu condannato in primo grado all’ergastolo, poi la Corte d’appello gli riconobbe la seminfermità mentale e ridusse la pena a 30 anni. Dopo aver scontato quasi tutta la sua pena, alla fine di settembre il tribunale di sorveglianza aveva deciso di sottoporlo alla misura di sicurezza della permanenza nella “casa lavoro” di Castelfranco Emilia, in provincia di Modena. L’obiettivo di queste strutture è la rieducazione e il reinserimento delle persone nella società.

Elia Del Grande in una foto sulla carta d’identità nel 1998 (FERRARO/ANSA/KLD)
Del Grande era stato portato in quella di Castelfranco Emilia dove sarebbe dovuto restare per sei mesi. Il 30 ottobre però è scappato scavalcando il muro della struttura con una fune ricavata dall’unione di fili elettrici che era riuscito a recuperare. Lui stesso ha spiegato le ragioni della sua fuga in una lettera inviata al quotidiano locale VareseNews, pubblicata giovedì scorso. Ha scritto di essere scappato perché a suo parere l’istituto in cui si trovava era inadeguato e somigliava troppo a un centro di detenzione per persone con patologie psichiatriche.
Tecnicamente una persona sottoposta a una misura di sicurezza non è come una persona detenuta. Chi si sottrae a una misura di sicurezza non è del tutto equiparabile a chi evade dal carcere, ma deve poi comunque ricominciare tutto daccapo, cioè non viene tenuto conto del tempo che ha già trascorso sottoposto a quel provvedimento.



