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  • Mercoledì 12 novembre 2025

Firenze sta cominciando a limitare i dehors

E in alcune zone anche a vietarli del tutto: è una delle prime grandi città italiane a prendere misure così drastiche

Il dehors di un ristorante nel centro di Firenze, 27 marzo 2012 (ANSA)
Il dehors di un ristorante nel centro di Firenze, 27 marzo 2012 (ANSA)
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Dal 2026 Firenze avrà nuove regole più stringenti sui dehors, gli spazi all’aperto con i tavolini di bar e ristoranti: in 50 strade dell’area protetta dall’Unesco, che corrisponde più o meno al centro storico, sarà del tutto vietato averli (in alcune lo era già); mentre in altre 73 – sempre nella zona del centro storico – ci saranno più divieti e restrizioni più dettagliate. I posti in cui sarà vietato del tutto avere un dehors sono quelli considerati più rilevanti dal punto di vista storico e artistico, e quindi il cui paesaggio dev’essere preservato: ci sono per esempio borgo Santa Croce, il piazzale degli Uffizi e Ponte Vecchio, tra gli altri.

Firenze è una delle prime grandi città italiane a regolamentare in modo così ampio i dehors, la cui presenza in Italia è cresciuta molto negli anni dopo la pandemia ma che in alcune zone è diventata un problema: i dehors infatti occupano molto spazio pubblico e in posti molto affollati complicano il passaggio alle persone.

Le nuove norme fanno parte di un protocollo stipulato tra il comune di Firenze e la Soprintendenza fiorentina, l’organo che si occupa di tutelare e valorizzare i beni culturali e il paesaggio. Per ora è un accordo, e se ne conoscono i contenuti perché il protocollo è stato approvato dalla giunta della sindaca Sara Funaro: nelle prossime settimane verrà stilato il nuovo regolamento ufficiale che poi dovrà entrare in vigore dal 2026.

La presenza dei dehors nelle strade è un tema discusso in tutta Italia. Ogni comune regola l’occupazione di suolo pubblico in modo autonomo, definendo però con precisione dove i bar e i ristoranti possono posizionare i loro tavolini esterni. Con la pandemia vennero semplificate ovunque le procedure per l’occupazione del suolo pubblico, e molti comuni avevano tollerato a lungo l’allargamento dei dehors oltre i limiti consentiti, anche per favorire la ripresa economica dei locali che avevano subito le conseguenze del lockdown.

Firenze vista dal Campanile di Giotto, 31 agosto 2025 (AP Photo/Gregorio Borgia)

Ora però questa situazione in alcune città sta generando un po’ di stanchezza in una parte della popolazione, che lamenta le difficoltà pratiche causate dall’eccessiva estensione dei dehors. Per questo diverse amministrazioni locali stanno approvando norme per ripristinare una situazione più simile a quella precedente alla pandemia, o perlomeno per evitare che la molta libertà garantita finora generi degli eccessi.

Questi problemi, diffusi in diverse città d’Italia, nel centro di Firenze si percepiscono molto di più per via delle sue caratteristiche specifiche. Le strade sono strette e fitte, in gran parte pedonali, e la presenza di bar e ristoranti, molti dei quali con un dehors, è molto concentrata per via del gran numero di turisti che visita la città durante tutto l’anno.

Gli abitanti di Firenze si lamentano anche del fatto che i locali posizionano i cavalletti, che reggono i loro menù, in mezzo al passaggio pedonale e che in molte circostanze i tavolini dei dehors occupano non solo dei tratti pedonali ma addirittura i marciapiedi.

Il protocollo prevede che i locali presenti nelle 73 strade del centro storico individuate possano avere un dehors secondo una delle cinque tipologie ammesse, che vanno dal modello più semplice (solo tavolini) fino alla categoria più complessa (struttura chiusa su tutti i lati). Il protocollo vieta invece l’uso di teli o tende in plastica e la presenza di messaggi pubblicitari che non siano legati all’esercizio stesso.

Per ora con l’accordo non sono state prese decisioni su una delle questioni più complicate e discusse: i dehors presenti in quattro piazze molto note, quelle della Signoria, della Repubblica, Santa Maria Novella e Pitti. Il comune e la Soprintendenza però si sono date 30 giorni dalla firma del protocollo per definire le norme anche per quei posti.

Tra i motivi che hanno spinto il comune a ripensare alla presenza dei dehors c’è anche la scadenza delle concessioni per l’occupazione del suolo pubblico, prevista per il 15 novembre. La giunta comunale comunque ha già stabilito che le attuali concessioni rimarranno valide fino a quando non verrà definito un nuovo regolamento.