• Mondo
  • Venerdì 7 novembre 2025

Si è scoperto dov’era un diamante preziosissimo appartenuto ai Medici e agli Asburgo

Sulla scomparsa del “Fiorentino” c'erano varie teorie, smentite dopo un secolo dagli eredi di Carlo I d'Austria

Una replica del Fiorentino (Wikimedia Commons)
Una replica del Fiorentino (Wikimedia Commons)
Caricamento player

Fino a giovedì non si sapeva che fine avesse fatto il “Fiorentino”, uno dei diamanti più preziosi mai esistiti. Era appartenuto alla famiglia reale degli Asburgo e prima ancora ai Medici, la famiglia fiorentina che governò Firenze e la Toscana per trecento anni, e da cui prende il nome. Dopo oltre cento anni di teorie sulla sparizione del diamante, gli eredi degli Asburgo hanno rivelato che il Fiorentino non era mai stato perso, e che da circa ottant’anni lo custodiscono, insieme ad altri gioielli, in un caveau di una banca in Canada. L’imperatrice Zita, moglie dell’ultimo imperatore d’Austria e Ungheria Carlo I, si era trasferita lì con gli otto figli durante la Seconda guerra mondiale.

Ora che si è scoperto che il diamante non è scomparso, tuttavia, potrebbe aprirsi una questione su chi ne sia il legittimo proprietario, per via di una vecchia legge austriaca risalente al periodo della fuga degli Asburgo dal paese.

Il Fiorentino è molto prezioso non soltanto per la sua storia legata a due delle dinastie più importanti d’Europa, ma anche per la sua nitidezza, il suo colore giallo e i suoi 137 carati (un carato equivale a 0,2 grammi, e in genere i diamanti sugli anelli variano tra gli 0,5 e i 2 carati). Divenne ancora più importante a partire dagli anni Venti del secolo scorso, quando si diffuse la notizia che fosse sparito durante l’esilio in Svizzera di Carlo I, proprietario del diamante, che nel 1918 abbandonò Vienna a causa della sconfitta nella Prima guerra mondiale. Sulla scomparsa del diamante non si seppe mai molto: si disse che era stato venduto dalla famiglia per ottenere denaro, che fosse stato rubato o che fosse stato tagliato in diamanti più piccoli.

Quest’ultima teoria si rafforzò parecchio nel 1981, quando venne venduto a un’asta un diamante giallo, grande circa la metà, che molti ricollegarono proprio al Fiorentino. Il mistero intorno al diamante ha anche ispirato vari libri e film, tra cui L’ultimo diamante, un film francese del 2014.

Gli eredi degli Asburgo hanno raccontato tutta la storia al New York Times e al giornale tedesco Spiegel, mostrando ai giornalisti anche il diamante, la cui autenticità è stata confermata da un esperto. Tra gli altri gioielli c’è anche una medaglia commemorativa con molti piccoli diamanti dell’Ordine del Toson d’oro, un ordine cavalleresco istituito nel 1430.

– Leggi anche: L’incidente di Mayerling, in cui venne trovato morto l’erede al trono dell’Impero austro-ungarico

Hanno potuto farlo perché è da poco scaduta la richiesta fatta da Zita. L’imperatrice parlò dell’esistenza del diamante solo con i figli Roberto e Rodolfo, chiedendo loro di non parlarne per i cento anni successivi alla morte di Carlo I, avvenuta nel 1922. Prima di morire Roberto e Rodolfo diedero la stessa indicazione ai loro figli. Per tutti questi anni la famiglia ha sempre evitato di rispondere alle domande sui gioielli.

Gli eredi desiderano che ora il Fiorentino venga esposto in un museo in Canada, per ringraziare il paese di aver accolto Zita e i suoi figli. Non si sa, all’epoca, come si sia diffusa la falsa notizia della scomparsa del Fiorentino. Già nel 1921 apparve in un articolo del Washington Post.

Andreas Babler, vice cancelliere austriaco e ministro della Cultura, in risposta agli articoli pubblicati ha detto che sono in corso verifiche per capire se il gioiello appartenga all’Austria. Se così fosse, ha aggiunto, potrebbe chiederne la restituzione. Nel 1919 infatti l’Austria, diventata una democrazia dopo la fuga degli Asburgo, fece una legge per espropriare alla famiglia tutti i suoi averi. In quel momento però la collezione non si trovava più in Austria, ma in Svizzera.

Gli Asburgo si erano spostati lì già nel 1918, e in seguito andarono a Madeira, in Portogallo, dove Carlo I morì di polmonite. Zita e i figli si spostarono ancora, andarono in Spagna e poi in Belgio, nel 1929. Quando nel 1938 ci fu l’annessione dell’Austria da parte della Germania nazista, l’Anschluss, gli Asburgo si trasferirono negli Stati Uniti e infine in Canada, temendo che anche il Belgio venisse invaso. Gli eredi hanno raccontato che Zita portava con sé il Fiorentino in una scatola di cartone. Zita poi tornò nel 1953 in Europa, e morì in Svizzera nel 1989 a 96 anni. Il Fiorentino rimase sempre in una banca canadese.