Potrebbero volerci mesi per avere un governo nei Paesi Bassi
Il leader di D66 Rob Jetten, che ha vinto le elezioni, avvierà dei lunghi negoziati fra partiti molto diversi tra loro

Martedì 4 novembre i leader dei principali partiti dei Paesi Bassi si incontreranno per iniziare a capire che composizione potrebbe avere il prossimo governo, dopo le elezioni anticipate che si sono svolte questa settimana. È previsto che saranno negoziati lunghi ed è possibile che dureranno anche diversi mesi, come era già successo in passato: questa volta inoltre la mancanza di un partito numericamente più forte degli altri attorno al quale costruire una coalizione potrebbe rendere ancora più complicato formare una maggioranza stabile.
I negoziati saranno guidati da Democratici 66 (D66), il partito europeista, moderato e liberale che è arrivato primo, e il cui leader Rob Jetten ora è il più probabile prossimo primo ministro. Nonostante le abbia vinte per poche migliaia di voti, il risultato di D66 a queste elezioni è stato sorprendente: ha aumentato i propri voti di dieci punti percentuali rispetto a quelle del 2023 e farà eleggere 26 parlamentari. È un buon risultato, ma molto sotto la maggioranza minima di 76 parlamentari.
Il secondo partito alle elezioni è il Partito per la Libertà (PVV), di estrema destra e guidato da Geert Wilders. Al contrario di D66, il PVV ha preso molti meno voti di due anni fa, ma rimane popolare e dovrebbe anche lui far eleggere 26 parlamentari. Nessun partito però vuole formare una coalizione con Wilders, che ha fatto cadere il precedente governo ritirandosi dalla coalizione e causando le elezioni.
Nei prossimi giorni quindi Jetten dovrà cercare di formare una coalizione tra vari partiti, per arrivare alla maggioranza. Ha davanti a sé due strade: una più moderata e centrista, e una più spostata a destra.
La coalizione che Jetten sembra preferire sarebbe composta da: D66 (26 seggi); il Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD, centrodestra, 22 seggi); Sinistra Verde e Laburisti (PvdA-GL, centrosinistra, 20 seggi) e Appello Cristiano Democratico (CDA, centrodestra, 18 seggi). Insieme raggiungerebbero 86 parlamentari, ben oltre la soglia dei 76. L’accordo di governo fra questi partiti potrebbe concentrarsi sulla crisi abitativa, il tema principale della campagna elettorale di D66 e quella che i sondaggi hanno indicato come la principale preoccupazione degli elettori, e sulla necessità di aumentare la spesa militare.
Questa coalizione però ha un problema: in campagna elettorale il VVD ha detto più volte che non avrebbe partecipato a un governo che includesse il PvdA-GL. Secondo la nuova leader del partito, Dilan Yeşilgöz, il PvdA-GL promuove una politica fiscale inconciliabile con quella del suo partito e non è seriamente intenzionato a limitare l’immigrazione (benché negli ultimi mesi abbia inasprito le sue posizioni sul tema). Il PvdA-GL inoltre ha avuto un risultato piuttosto deludente a queste elezioni e il suo leader, l’ex commissario europeo Frans Timmermans, si è dimesso. Scegliere di allearsi oggi con il PvdA-GL potrebbe quindi essere visto molto male dagli elettori e dalle elettrici del VVD, e penalizzarlo in vista delle prossime elezioni comunali previste per marzo del 2026.

Rob Jetten, il 30 ottobre 2025 (AP Photo/Peter Dejong)
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Se quindi VVD e PvdA-GL non riuscissero ad accordarsi, Jetten potrebbe decidere di provare a formare un governo più spostato a destra. Oltre al suo partito, a VVD e ad CDA, entrambi di centrodestra, potrebbe essere incluso Risposta Corretta 2021 (più conosciuto come JA21), un partito di destra a metà fra le posizioni di VVD e del partito di Wilders, che è passato da avere un seggio nella scorsa legislatura a far eleggere 9 parlamentari. Insieme questi partiti raggiungerebbero 75 deputati, esattamente la metà di quelli della Camera bassa, ed è quindi probabile che proveranno a coinvolgere anche il Movimento dei contadini e dei cittadini (BBB), un partito populista e vicino alla destra nato da una serie di proteste nel 2019, che dovrebbe ottenere 4 seggi.
Jetten non ha completamente escluso questa possibilità, ma ha già detto che non sarebbe la sua prima scelta, dato che si sente molto distante dalle posizioni di JA21. Per questo motivo anche per questa seconda coalizione si prevede che i negoziati potrebbero durare a lungo.



