I grossi danni dell’uragano Melissa nei Caraibi
Stanno arrivando le prime notizie dai paesi che ha attraversato: ci sono almeno 30 morti ed estese devastazioni

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L’uragano Melissa, la più violenta tempesta tropicale registrata quest’anno in tutto il mondo, ha raggiunto le Bahamas dopo aver attraversato la Giamaica, Cuba e Haiti. Ha provocato decine di morti, distrutto edifici e infrastrutture, fatto cadere alberi e tralicci elettrici e del telefono e allagato strade: è ancora difficile avere un’idea precisa dei danni, ma per ora si sa che sono morte circa 30 persone, di cui 23 solo ad Haiti per via dell’esondazione di un fiume, e cinque in Giamaica.
Già prima di toccare terra la tempesta aveva causato la morte di sette persone: tre in Giamaica e altre quattro tra Haiti e la Repubblica Dominicana. È poi arrivata in Giamaica, paese su cui si è abbattuta con maggiore intensità e violenza. I venti hanno raggiunto i 298 chilometri orari, i più forti mai registrati sull’isola. Man mano la tempesta è diminuita di intensità, ma ha comunque provocato venti e piogge fortissimi.
Dopo due giorni stanno cominciando ad arrivare le prime notizie sui danni provocati dal passaggio della tempesta. In Giamaica sono stati trovati quattro corpi nella provincia di St. Elizabeth, nel sudovest del paese: Melissa ha raggiunto l’isola proprio in quel punto, dove quindi i venti erano più forti. Il primo ministro giamaicano Andrew Holness ha detto che ci sono stati danni consistenti a «ospedali, case private, strutture commerciali e rete stradale». Nell’interno del paese ci sono molte valli montuose strette da cui non è ancora arrivata alcuna notizia: è probabile che ci siano state frane e danni causati da fiumi e torrenti.
A Cuba la tempesta ha fatto crollare case, divelto i tetti di diversi edifici e bloccato strade: i danni maggiori si sono concentrati nell’est del paese. Oltre 700mila persone hanno abbandonato le proprie case per cercare riparo in rifugi lontani dalla costa. Ad Haiti l’esondazione che ha provocato la morte delle 25 persone è stata quella del fiume La Digue, nella cittadina di Petit-Gôave: sono morti almeno 10 bambini, ci sono 17 feriti e diverse persone risultano disperse. Cuba e Haiti sono in grave crisi economica, e hanno capacità limitate di rispondere alle emergenze e aiutare la popolazione.
Non ci sono per ora notizie sui danni provocati dalla tempesta nelle Bahamas, da cui circa 1.500 persone erano state evacuate prima del suo arrivo, in quella che il ministro per la Gestione dei rischi e delle catastrofi Leon Lundy aveva definito una delle operazioni di evacuazione più grandi e complesse della storia recente del paese.
Per sostenere i paesi colpiti dal passaggio della tempesta sono stati inviati aiuti anche dall’estero: le Nazioni Unite hanno organizzato operazioni per inviare aiuti e diversi paesi, fra cui Stati Uniti e Regno Unito, hanno detto che assisteranno la riparazione dei danni e i soccorsi in Giamaica finanziariamente o con l’invio di squadre operative. Il governo giamaicano ha creato un sito apposito in cui segnala i beni di prima necessità di cui ha bisogno e in cui è possibile segnalare problemi o incidenti e fare donazioni.
L’uragano Melissa sta procedendo verso Bermuda, dove ci si aspetta che arrivi giovedì sera: dopodiché, sempre diminuendo d’intensità, dovrebbe finire in mare e progressivamente estinguersi. Quando ha raggiunto la Giamaica Melissa era un uragano di categoria 5, il livello massimo previsto dalla scala Saffir-Simpson, che classifica l’intensità degli uragani, perché la velocità dei suoi venti superava i 252 chilometri all’ora. Poche ore dopo è sceso a categoria 4, per poi scendere ulteriormente a categoria 3 una volta raggiunta Cuba. Nelle Bahamas la tempesta aveva raggiunto la categoria 1: ci si aspetta però che aumenti lievemente d’intensità, tornando a categoria 2, durante il passaggio nelle Bermuda.
























