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  • Giovedì 30 ottobre 2025

Che partito è D66, che ha avuto un risultato sorprendente nei Paesi Bassi

Il suo leader, Rob Jetten, potrebbe ora diventare primo ministro: le sue politiche sono un misto di destra e sinistra

Rob Jetten, il leader del partito D66, durante un discorso dopo le elezioni a Leiden, nei Paesi Bassi, mercoledì 29 ottobre 2025
Rob Jetten, il leader del partito D66, durante un discorso dopo le elezioni a Leiden, nei Paesi Bassi, mercoledì 29 ottobre 2025 (AP/Peter Dejong)
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Alle elezioni nei Paesi Bassi del 29 ottobre il partito liberale D66 è andato benissimo, e in maniera inaspettata. I sondaggi lo davano un po’ indietro, rispetto al Partito per la Libertà (PVV), di estrema destra e guidato da Geert Wilders, e al principale partito di centrosinistra, Sinistra Verde e Laburisti (PvdA-GL). Invece secondo i risultati preliminari è praticamente primo a pari merito con il PVV: entrambi hanno fatto eleggere 26 parlamentari. Dal momento però che nessun altro grande partito intende allearsi con il PVV, è molto probabile che la prossima coalizione si basi su D66, e che il suo leader, Rob Jetten, divenga primo ministro.

D66 è un partito europeista, moderato e liberale. Ha già fatto parte di coalizioni di governo, ma sempre come alleato minore. Il nome completo è Democraten 66, dove 66 sta per l’anno della sua fondazione, il 1966. Ha posizioni progressiste su certi temi, come la protezione dell’ambiente e il sostegno allo stato sociale, e più di centrodestra su altri, come l’economia e l’accoglienza delle persone migranti. Su questa, in particolare, D66 si è spostato a destra, promuovendo politiche più severe, inclusa la controversa proposta che i richiedenti asilo presentino la domanda prima di arrivare nell’Unione Europea, applicando quindi una specie di selezione iniziale.

Rob Jetten durante una manifestazione per il clima il 26 ottobre all'Aia

Rob Jetten durante una manifestazione per il clima il 26 ottobre all’Aia (AP/Peter Dejong)

In campagna elettorale D66 ha insistito soprattutto sulla questione della crisi abitativa. È un tema molto sentito nei Paesi Bassi, che hanno una popolazione di 18 milioni di persone e secondo le stime avrebbero bisogno di circa 400mila alloggi in più. D66 ha proposto un ampio programma di costruzione di nuove città e investimenti, tra le altre cose anche per aumentare la produzione di energia rinnovabile. In generale poi ha utilizzato messaggi molto ottimisti, sintetizzati dallo slogan Het kan wél, e cioè «è possibile», o «si può fare», che ricorda un po’ il famosissimo slogan «Yes we can», che l’ex presidente statunitense Barack Obama utilizzò nella sua campagna del 2008.

Questo ottimismo è espresso molto anche da Jetten, che ha 38 anni e potrebbe diventare il primo ministro più giovane di sempre, oltre al primo dichiaratamente omosessuale. Jetten è laureato in economia, ed è già stato parlamentare e poi ministro per l’Ambiente, tra il 2022 e il 2024, quando i Paesi Bassi erano governati da una coalizione di centro. È un politico energico e fotogenico, e nelle ultime settimane ha cercato di farsi vedere il più possibile, a volte anche in modi poco ortodossi: a settembre, per esempio, aveva partecipato a un popolare quiz televisivo, De Slimste Mens (“La persona più intelligente”).

Jetten durante le riprese della trasmissione De Slimste Mens, a settembre.

Durante la campagna, Jetten ha spesso usato toni concilianti, per promuovere la cooperazione tra diversi partiti, e ha accusato il suo principale rivale, il politico xenofobo e populista Geert Wilders, di usare una retorica allarmista e divisiva. La strategia ha dato buoni risultati: secondo le prime analisi, D66 è riuscito ad attirare elettori provenienti un po’ da ogni orientamento politico, e tra questi ce ne sono molti che nel 2023 avevano votato proprio per Wilders.

Il parlamento nederlandese è sempre molto frammentato, anche a causa della legge elettorale, che prevede soglie di sbarramento praticamente inesistenti (per fare eleggere un deputato è sufficiente ottenere lo 0,67 per cento dei voti). Per questo motivo, se Jetten otterrà l’incarico di formare un governo, dovrà cercare di mettere d’accordo più partiti: per il momento l’ipotesi più probabile sembra essere una coalizione di centro, che tenga insieme D66, GL-PvdA e il Partito popolare per la libertà e democrazia (VVD) di centrodestra. In passato i negoziati sono stati spesso complicati, ed è capitato che andassero avanti anche per diversi mesi.