Fino al 9 dicembre si può chiedere il bonus per le madri che lavorano

(ANSA/CLAUDIO PERI)
(ANSA/CLAUDIO PERI)

Mercoledì l’INPS, l’Istituto nazionale di previdenza sociale, ha diffuso la circolare che ha chiarito come si può chiedere il bonus per le madri che lavorano, in particolare per quelle che hanno almeno due figli e redditi annui fino a 40mila euro, con contratti di lavoro dipendente (sia nel pubblico che nel privato) o che sono lavoratrici autonome. Dal bonus sono escluse le collaboratrici domestiche. Il bonus prevede un contributo fino a 480 euro annuali (40 euro al mese), era stato introdotto con un decreto del governo approvato a fine giugno e si era aggiunto ad altri bonus già presenti, che restano in vigore.

Il bonus per le madri che lavorano si può chiedere in tre modi: sul sito dell’INPS attraverso il servizio di identità digitale (lo SPID); contattando il numero verde 803164 da rete fissa (gratuitamente) o lo 06164164 da rete mobile (a pagamento, secondo le tariffe dei vari gestori); andando in un istituto di patronato, per esempio un CAF.

Il bonus che può essere richiesto da oggi spetta alle madri con due figli fino al compimento dei 10 anni di età del secondo figlio, e alle madri con tre o più figli fino al compimento dei 18 anni di età del più piccolo. Da quest’ultimo caso sono escluse le madri che hanno un contratto a tempo indeterminato, che in base a bonus precedenti possono, fino al 31 dicembre del 2026, essere totalmente esonerate dal pagamento dei contributi previdenziali (quindi i soldi che ogni mese il datore di lavoro destina alla futura pensione della dipendente). Quel bonus prevede comunque un limite massimo per l’esonero di 3mila euro all’anno, ossia 250 euro lordi al mese.